Fisco

Codice Appalti: il testo del decreto correttivo trasmesso al Parlamento

Una volta ricevuti i pareri del Parlamento, del Consiglio di Stato e delle Regioni, il decreto correttivo ritornerà in Consiglio dei ministri per l'ok definitivo

mercoledì 8 marzo 2017 - Redazione Build News

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Il 6 marzo 2017 è stato inviato dal Governo alla Camera e al Senato lo Schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 (nuovo Codice Appalti).

Una volta ricevuti i pareri del Parlamento, del Consiglio di Stato e delle Regioni, il decreto correttivo ritornerà in Consiglio dei ministri per l'ok definitivo.

Ricordiamo che, terminata il 22 febbraio la consultazione pubblica, il provvedimento è stato approvato in esame preliminare dal Consiglio dei ministri il 23 febbraio. Il comunicato di Palazzo Chigi ha spiegato le modifiche apportate “seguono tre direttrici: 1) sono state apportate al codice tutte le modifiche di coordinamento ai fini di una più agevole lettura; 2) sono state introdotte integrazioni che migliorano l’efficacia e chiariscono la portata di alcuni istituti, sulla base anche di quanto suggerito dal Consiglio di Stato in sede consultiva e dalle associazioni o dagli operatori di settore; 3) sono state apportate limitate modifiche ad alcuni istituti rilevanti, conseguenti alle criticità evidenziate nella prima fase attuativa del codice.

Appalto integrato. Si introduce un periodo transitorio che prevede che l’appalto integrato sia possibile per gli appalti i cui progetti preliminari o definitivi siano stati già approvati alla data di entrata in vigore del codice e nei casi di urgenza.

Progettazione. Si introduce l’obbligatorietà dell’uso dei parametri per calcolare i compensi a base di gara.

Concessioni 80/20. Si chiarisce che il limite dell’80 per cento dei contratti di lavori, servizi e forniture, relativi alle concessioni di importo pari o superiore a 150.000, che i concessionari sono obbligati ad affidare mediante procedura ad evidenza pubblica non riguarda i lavori eseguiti direttamente né quelli relativi alla manutenzione ordinaria.

Subappalto. Si supera la rigidità della disciplina attualmente prevista, anche alla luce della recente giurisprudenza della Corte di giustizia, chiarendo tra l’altro che il limite del 30% è da riferirsi alla categoria prevalente per i lavori e, solo nel caso di servizi e forniture, all’importo complessivo del contratto.

Indicazione terna sub appaltatori. Si prevede che stazione appaltante indichi nel quando ritiene necessaria l’indicazione della terna in sede di offerta.

Contraente generale. Si prevede una soglia minima pari a 150 milioni di euro per il ricorso all’istituto del contraente generale, per evitare che il ricorso all’istituto per soglie minimali concretizzi una elusione del divieto di appalto integrato.

Varianti. Si integra la disciplina della variante per errore progettuale, specificando che essa è consentita solo entro i limiti quantitativi del de minimis.

Semplificazioni procedurali. In caso di nuovo appalto basato su progetti per i quali risultino scaduti i pareri acquisiti, ma non sono intervenute variazioni, vengono confermati i pareri, le autorizzazioni e le intese già rese dalle amministrazioni”.

In allegato:

- il testo del decreto correttivo trasmesso il 6 marzo 2017 al Parlamento

- il testo del nuovo Codice Appalti coordinato con il decreto correttivo

Leggi anche: Correttivo Codice Appalti, FINCO: “Rischio di controriforma”

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