È stato esaminato ieri nel pre-Consiglio dei ministri lo schema del decreto legge Semplificazioni che sarà approvato nel prossimo Consiglio dei ministri.
Questo provvedimento contiene all’art. 17 – recante “Norme in materia di semplificazione e accelerazione delle procedure negli appalti pubblici sotto soglia comunitaria” - una folta serie di modifiche al Codice dei contratti pubblici (Decreto legislativo n.50/2016).
Queste in estrema sintesi le principali novità in materia di: incentivi ai tecnici interni alla pubblica amministrazione (ripristino incentivo per le attività di progettazione e di coordinamento della sicurezza); cause di esclusione (stop esclusione per carenze del subappaltatore, ridimensionamento dell'illecito professionale); subappalto (terna facoltativa e minori responsabilità per l’aggiudicatario); criterio del minor prezzo (estensione); affidamenti sotto soglia con estensione del ricorso alla procedura negoziata, l'esame preventivo delle offerte tecniche e formulari sostitutivi del DGUE; progetto interventi di manutenzione. Viene concesso maggiore spazio per l'appalto integrato e per il massimo ribasso.
ANCE: NO A MODIFICHE CODICE CHE NON GARANTISCONO TRASPARENZA E SEMPLIFICAZIONE. Pur apprezzando la decisione del Governo di procedere a una revisione del Codice, anticipando in un provvedimento le misure urgenti, alcune modifiche contenute nel decreto legge semplificazioni circolate nelle ultime ore e riportate dagli organi di stampa “non vanno nella direzione auspicata di definire un quadro normativo chiaro ed efficiente in grado di dare al Paese le opere di cui ha bisogno”, commenta il Presidente Ance, Gabriele Buia.
In particolare, secondo l’Ance, desta preoccupazione l’ipotesi di elevare la soglia delle procedure negoziate senza bando a 2,5 milioni, fascia nella quale è compreso oltre il 90% dei bandi di gara, che verrebbe così di fatto sottratto a meccanismi di concorrenza e trasparenza del mercato.
Anche l’estensione del massimo ribasso fino alla soglia comunitaria è una scelta che va nella direzione opposta rispetto all’esigenza di garantire la realizzazione delle opere in qualità, con costi e tempi adeguati.
Per non parlare della possibilità, prevista nella bozza, di esaminare l’offerta economica senza aver prima verificato se il concorrente abbia i requisiti per eseguire l’opera. Il rischio è di prestare il fianco a potenziali turbative nella aggiudicazione della gara.
“Chiediamo da tempo semplificazioni e modifiche al Codice per sbloccare le opere, non abbiamo mai chiesto e non vogliamo mani libere: rischiamo di fare un grave danno al Paese”, sottolinea Buia ricordando che l’Ance ha proposto da tempo poche regole e certe.
L’auspicio è che il Governo faccia un’ulteriore riflessione sull’individuazione dei cambiamenti che servono per far ripartire realmente il Paese.