Fisco

Codice Appalti, Oice: rendere più ampia e meno penalizzante la disciplina del soccorso istruttorio

Secondo l'Associazione delle società di ingegneria la disciplina sui consorzi stabili è molto penalizzante e non viene incontro all’esigenza di fare crescere il settore

giovedì 7 luglio 2016 - Redazione Build News

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OICE, l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria, ha partecipato alla Tavola rotonda organizzata martedì scorso a Roma dal titolo “Nuove regole sugli appalti: una sfida e una opportunità per progettisti e imprese” per fare un primo bilancio sulla riforma della disciplina dei contratti pubblici, alla luce dei primi due mesi e mezzo di entrata in vigore del decreto legislativo 50/2016 e dell’emanazione delle prime linee guida ANAC.

Alla Tavola rotonda, introdotta dal Presidente OICE Gabriele Scicolone e coordinata da Giuseppe Latour, giornalista Il Sole 24 Ore/Edilizia e Territorio, hanno partecipato: Michele Corradino, Consigliere ANAC, Raffaella Mariani, relatrice legge delega 11/2016 alla Camera, Antonella Manzione, Capo Ufficio Legislativo della Presidenza del Consiglio, Bernadette Veca, Direttore Regolazione Ministero delle Infrastrutture, Claudio De Albertis, Presidente ANCE, Andrea Bianchi, Direttore Area Politiche Industriali Confindustria, Francesca Federzoni, membro Presidenza ANCPL-Lega Coop, Michela Diracca, Segretario Nazionale Inarsind, e Giorgio Lupoi, Vice Presidente OICE.

Anche rispetto alle ipotesi di correttivo da emanare entro i prossimi mesi, il Vice Presidente OICE ha chiesto al Governo e al Parlamento di “incidere ancora di più sia con il codice, sia con la soft law per rendere ancora più efficace la riforma. La disciplina sui consorzi stabili, ad esempio, ci sembra molto penalizzante e non viene incontro all’esigenza di fare crescere il settore e le sinergie stabili fra chi opera sul mercato; occorre incidere maggiormente sulla trasformazione dei RUP in effettivi project manager, qualificati per quanto hanno fatto in passato e supportati da chi fa ingegneria e architettura e non da società di consulenza che nulla sanno del nostro mercato; va inoltre considerato se possa avere senso scegliere i RUP sul mercato, come fanno gli investitori privati e come già accaduto in passato (Fiera di Milano docet). Va resa più ampia e meno penalizzante la disciplina del soccorso istruttorio, usato spesso dalle amministrazioni per “fare cassa” e adattare il rating di impresa alle peculiarità dei singoli settori; infine confidiamo che ANAC possa emanare al più presto bandi-tipo (nel senso di modelli di bando) e contratti-tipo ispirati alle best practices internazionali affinché con le qualifiche acquisite in Italia i nostri progettisti possano presentarsi adeguatamente qualificati all’estero.”

Dalla Tavola rotonda sono comunque emersi giudizi positivi su molti aspetti del nuovo codice e della soft law ANAC, in particolare per quanto riguarda il tema della valorizzazione del progetto e della sua centralità. Su alcuni punti critici registrati in questi mesi le Istituzioni si sono dette disponibili a ragionare, ma non prima di una attenta verifica sull’applicazione delle nuove norme.

Per il Presidente dell’OICE, Gabriele Scicolone, il giudizio sul nuovo codice è largamente positivo: “L’entrata in vigore del nuovo codice dei contratti pubblici ha rappresentato per tutto il nostro settore una novità di grande impatto e rilievo e di questo dobbiamo dare atto a Governo e Parlamento. Elementi come la valorizzazione della fase progettuale, la qualificazione delle stazioni appaltanti, l’affidamento dei lavori sulla base di un progetto esecutivo accuratamente predisposto e verificato, l’aggiudicazione delle gare di ingegneria e architettura con il criterio dell’OEPV, il rafforzamento del ruolo dell’ANAC, la riallocazione delle funzioni delle stazioni appaltanti, l’introduzione graduale del BIM rappresentano per l’OICE un valore assoluto e rispondono ad una reale esigenza del mercato.”

Premesso il giudizio positivo, la valutazione su questi primi due mesi è prudente: “Come tutte le riforme - ha detto Scicolone - il nuovo codice è perfettibile, ma allo stesso tempo necessita di un periodo di metabolizzazione da parte sia degli operatori economici, sia delle stazioni appaltanti. Ed è anche normale che vi sia stata una diminuzione dei bandi (circa il 45% nel nostro settore). A ciò vanno aggiunti, peraltro, anche i tempi necessari per passare dal vecchio regolamento del codice (dpr 207/2010) alla cosiddetta “soft law” affidata a numerosi e più flessibili provvedimenti. Proprio su questo aspetto abbiamo apprezzato i contenuti delle linee guida ANAC, che hanno recuperato molti profili del dpr 207 e che hanno dato un positivo elemento di chiarezza nel senso della trasparenza e della tutela del mercato. L’OICE è pronta a collaborare, come sempre ha fatto, sia nell’attuazione dei provvedimenti sia per eventuali miglioramenti, nel segno della certezza del diritto e della chiarezza delle norme, consapevole però che centralità del progetto, concorrenza e trasparenza devono costituire principi di riferimento inderogabili per tutti. L’obiettivo finale è quello di riportare l’Italia ai livelli di sviluppo infrastrutturale della media europea, non soltanto guardando a quanto le nostre imprese fanno all’estero ma cercando di creare in Italia le opportunità che esse hanno ben saputo cogliere oltre confine.”

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