Fisco

Codice Appalti, stretta sui lavori in house delle concessionarie autostradali

I sindacati: è una falsa liberalizzazione di mercato che ha come unico obiettivo la precarizzazione dei rapporti di lavoro e la bassa qualità. Ance: in sei anni sottratti 1,5 miliardi alla concorrenza, mettendo in ginocchio migliaia di piccole e medie imprese

martedì 8 marzo 2016 - Redazione Build News

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Secondo il Presidente dell’Ance, Claudio De Albertis, “il principio dell’80% dei lavori in gara e il 20% in house per le concessionarie autostradali sancito nella legge delega e poi riaffermato anche nell’articolo 177 del nuovo codice è un buon punto di equilibrio e non va toccato”.

“In realtà, infatti, le Direttive europee prevedono di dare in gara il 100% dei lavori nel caso in cui la concessione non sia stata vinta in gara, come nella stragrande maggioranza dei casi in Italia”, osserva De Albertis.

“Questa norma è un caposaldo per la tutela della concorrenza e del lavoro delle migliaia di piccole e medie imprese che in questi anni si sono viste sottrarre quote di mercato importanti da parte delle concessionarie che finora potevano affidare in house fino al 40% dei lavori”.

Per questo, sottolinea De Albertis, “mi sorprende la reazione dei sindacati di settore che hanno deciso di schierarsi a favore di posizioni di privilegio a discapito di quelle centinaia di migliaia di lavoratori che operano nel libero mercato”.

Dal 2009 al 2014, anno in cui è stata introdotta la possibilità per i concessionari privati di affidare senza gara fino al 60% dei lavori a società loro controllate o collegate (soglia poi limitata al 40% solo nel 2014), sono stati sottratti alla concorrenza almeno 1,5 miliardi di euro.

“La tutela del lavoro deve valere per tutti non solo per alcuni”, conclude De Albertis.

I SINDACATI: PROVVEDIMENTO INGIUSTO E SBAGLIATO. “Il provvedimento è ingiusto e sbagliato perché non apporterà alcun beneficio al sistema e comporterà invece la perdita di centinaia di posti di lavoro, e quindi di professionalità, e un conseguente calo della qualità delle opere e della manutenzione autostradale, a discapito della collettività”, sostengono invece i segretari generali di FenealUil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil, che hanno indetto per venerdì 11 marzo uno sciopero nazionale di tutti i lavoratori delle aziende di manutenzione e progettazione delle concessionarie autostradali, e una manifestazione a Roma presso la sede del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

“Le manutenzioni, la progettazione e i servizi – affermano i tre sindacalisti – devono rimanere aldilà delle quote stabilite per gli affidamenti in house, perché la norma, se non sarà modificata a seguito dei prossimi passaggi nelle commissioni parlamentari, costituirà una falsa liberalizzazione di mercato in quanto raggiunge l’unico obiettivo della precarizzazione dei rapporti di lavoro e della bassa qualità”.

Negli ultimi mesi la norma, che prevede di poter affidare direttamente lavori, progettazioni e manutenzioni nella misura massima del 20% degli investimenti, ha provocato centinaia di licenziamenti: una vera emergenza sociale tamponata per ora con il ricorso alla Cassa integrazione.

“La manifestazione al Mit – concludono Panzarella, Turri e Schiavella – ha come obiettivo quello di ottenere un incontro con il ministro Graziano Delrio: durante tutto il corso dell’iter legislativo abbiamo cercato, invano, di confrontarci con il ministro. Ci sono migliaia di famiglie che aspettano una risposta e vogliono certezze per il futuro, le istituzioni hanno il dovere politico e sociale di rispondere e intervenire, e soprattutto di evitare ulteriori sacrifici inutili e dolorosi”.

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