“Andare avanti con le riforme senza rinnegare il percorso già intrapreso con il Codice del 2016 (D.Lgs. 59/2016) e soprattutto con il cosiddetto Decreto correttivo del 2017 (D.Lgs.56/2017) per restituire centralità al progetto nei processi di trasformazione del territorio”.
E’ questo, secondo il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori il principio fondamentale a cui dovrebbe ispirarsi la riforma del Codice dei Contratti, già anticipata dal Ministro Toninelli.
Riduzione delle criticità grazie al Decreto correttivo
Ai dati annunciati da Cantone, che fanno riferimento ad un aumento del 36% del valore complessivo degli appalti rispetto all’anno precedente, fanno eco i dati dell’Osservatorio Nazionale sui Servizi di Architettura e Ingegneria dello stesso Consiglio Nazionale (ONSAI), che fanno registrare una notevole riduzione delle più importanti criticità rilevate per l’anno 2017. Ciò soprattutto per effetto delle modifiche introdotte al Codice dal cosiddetto Decreto correttivo (D.Lgs.56/2017). Ad esempio, l’Osservatorio ha recentemente registrato, rispetto allo stesso periodo del 2017, una riduzione del 20% della percentuale dei bandi ai quali non è stato regolarmente allegato il calcolo dei corrispettivi, nel rispetto del cosiddetto Decreto parametri.
Per il Consiglio Nazionale “tale dato, che continua a diminuire, dimostra l’importanza delle modifiche introdotte dal correttivo all’art.24 del Codice, che costituiscono un punto di riferimento per garantire la trasparenza negli affidamenti dei servizi di architettura e ingegneria, le cui procedure variano in relazione all’importo dei corrispettivi posti a base di gara. Queste modifiche sono fondamentali anche per restituire dignità ai concorrenti e per assicurare la qualità delle prestazioni professionali, impedendo casi paradossali come quelli che, nel 2017, hanno fatto registrare, a Catanzaro, l’affidamento della progettazione di un piano regolatore, a fronte di un corrispettivo di un euro.”
No alle gare sul fatturato
“Un’altra riduzione importante riguarda la criticità dei requisiti economico-finanziari; infatti, i dati censiti dall’ONSAI dimostrano che la percentuale dei bandi che ricorrono al requisito del fatturato senza adeguata motivazione, rispetto al 2017, è scesa dal 45% al 18% (-27%).”
“Non mancano infine dati che registrano l’abbattimento totale (del 100%) di alcune criticità come quella dei bandi che imponevano ai liberi professionisti una cauzione provvisoria per partecipare ad una gara per l’affidamento della progettazione.”
A fronte di tali elementi positivi, continuano a registrarsi criticità che rendono difficile l’accesso al mercato dei lavori pubblici, agli studi professionali medio-piccoli, che non hanno avuto negli ultimi anni la fortuna di alimentare adeguatamente il proprio curriculum, i quali costituiscono il 90% degli operatori economici attivi sul territorio nazionale.
Concorsi a due gradi e aperti
“Adesso, sottolinea il Consiglio Nazionale, non rinnegando gli obiettivi già raggiunti con il Codice del 2016 (D.Lgs.50/2016) e soprattutto con il Decreto correttivo (D.Lgs.56/2017), ci aspettiamo dal Governo una forte accelerazione nell’attuazione di un processo di riforma oramai indispensabile per rilanciare il concorso di progettazione a due gradi, quale principale strumento per affidare la progettazione delle opere di architettura, per aprire il mercato agli operatori economici medio-piccoli, in linea con il considerato 78 della direttiva europea 2014/24/UE, e per ristabilire la regola secondo cui i lavori possono essere appaltati solo sulla base di un progetto esecutivo; regola che riteniamo fondamentale per scongiurare il rischio di continuare a registrare varianti, contenziosi ed opere incompiute.” “I 3000 delegati al recente Congresso degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori “Abitare il Paese - Città e territori del futuro prossimo” hanno chiesto con una prolungata standing ovation che la concorrenza nella progettazione sia incentrata su cultura, qualità, trasparenza e legalità, parole chiave queste dello stesso Congresso. Riteniamo conseguentemente indispensabile - e lo ribadiamo - che la concorrenza avvenga tramite concorsi di progettazione aperti, in due gradi, come avviene negli altri Paesi, attraverso il confronto tra i migliori progetti e non tramite gare su fatturato e numero di dipendenti, escludendo dal mercato la stragrande maggioranza dei professionisti italiani.”
Presentato un documento con le proposte
Il Consiglio Nazionale degli Architetti, unitamente alla Rete delle Professioni Tecniche, ha presentato al Ministro Toninelli un documento, con le proposte degli addetti ai lavori, finalizzate a supportare un processo di riforma che, ripartendo dagli elementi positivi del Codice del 2016, individui le modifiche da introdurre allo stesso codice per assicurare l’effettivo rilancio del settore dei lavori pubblici, che costituisce una risorsa importante per la ripresa economica del Paese.