Intervistato dal settimanale Italia Oggi Sette di oggi 30 aprile, il presidente dell'Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, lamenta che la complessità del nuovo Codice dei contratti – entrato in vigore due anni fa - “è diventata la scusa dietro la quale pezzi dell'amministrazione pubblica hanno in realtà provato a boicottarlo, fino a inondare l'Anac di quesiti dalla risposta evidente o relativi a competenze che non ha. Una stazione appaltante ci ha perfino chiesto come aprire le buste di una gara...”.
Cantone denuncia “una vera e propria fuga dalle responsabilità. Sul lato privato, c'è invece l'uso del contenzioso a fini strumentali. Finché sarà possibile ottenere in giudizio più soldi che facendo i lavori (senza peraltro nemmeno averli effettuati, come è accaduto di recente), difficilmente le cose cambieranno”.
NON CAMBIARE IL CODICE MA METTERLO ALLA PROVA DEI FATTI. Il presidente dell'Autorità anticorruzione sottolinea che “testi legislativi così articolati richiedono tempo prima di entrare a regime e soprattutto di essere assimilati da operatori e Pubblica amministrazione. Per questo, prima di pensare a un nuovo intervento, eviterei di rimettere mano al Codice per lasciarlo sedimentare e metterlo alla prova dei fatti”.
A BREVE LE LINEE GUIDA SUL RATING D'IMPRESA. Il nuovo Codice degli appalti, evidenzia il numero uno dell'Anac, “ha introdotto elementi di forte sperimentazione, puntando su principi di semplificazione, flessibilità normativa, legalità e tutela della concorrenza. Solo per citarne alcune: il superamento dell'ex regolamento attuativo a favore di una soft law più elastica e adattabile, l'addio al massimo ribasso e alle varianti che fanno lievitare i costi, il controllo preventivo di legittimità tramite la vigilanza collaborativa dell'Anac. Molte novità però no sono ancora in vigore”. Cantone annuncia che “a breve l'Autorità anticorruzione licenzierà le prime bozze delle Linee guida sul rating d'impresa da sottoporre a consultazione pubblica, mentre l'Albo dei commissari è ormai in dirittura di partenza. Per la qualificazione delle stazioni appaltanti, nevralgica per portare più competenza negli interventi complessi, manca invece il Dpcm”.