Finco risponde alla Consultazione sulla Riforma del Codice dei Contratti promossa dal Ministro Salvini.
"Bene l'iniziativa - secondo la Federazione - ma il contributo delle 40 Associazioni di Finco non può comprimersi nelle tre risposte al massimo consentite dalla Piattaforma" (IN ALLEGATO). L'auspicio per FINCO è di essere convocati per approfondire meglio la questione e anche in relazione agli Allegati tuttora mancanti.
Tra i contributi inviati da FINCO la qualificazione degli operatori economici, il subappalto e l'affidamento dei contratti del settore dei beni culturali.
In particolare, la qualificazione degli operatori economici è essnziale per FINCO al pari della qualificazione delle Stazioni Appaltanti perché "Non si raggiunge la qualità chiedendo a tutte le
imprese di avere, per esempio, il 2% di attrezzature, quando in alcuni settori l’attrezzatura qualificante è pari al 25% o minime percentuali di personale qualificato laddove le maestranze specializzate arrivano anche al 90% degli addetti". Servirebbe quindi uno specifico decreto che preveda un sistema di qualificazione differenziato per singola categoria di lavorazione in termini di percentuale di personale specializzato, attrezzature specifiche e know-how qualificante.
Il subappalto come attualmente concepito rischia di favorire imprese di dubbia provenienza e l’assenza di un ribasso massimo tra appalto e subappalto, rischiano di impoverire il tessuto
imprenditoriale. In ultimo, sull'affidamenti dei contratti del settore dei beni culturali la principale problematica esposta da FINCO riguarda l’obbligo di applicare, in assenza di una specifica disciplina, quella prevista per gli appalti in generale a detto settore crei rilevantissimi problemi alla tutela dei beni a cominciare dalla fase della progettazione.
IN ALLEGATO: le risposte di FINCO alla consultazionie nline del MIT