Il parere di Corrado Sforza Fogliani, presidente Confedilizia
In vigore dal 1° gennaio 2015, il nuovo Isee costituisce di fatto una nuova tassazione della casa, falsa e surrettizia, a danno soprattutto dei piccoli proprietari, e cioè della stragrande maggioranza.
Infatti il calcolo del valore degli immobili deve ora essere effettuato sulla base del valore degli immobili quale definito ai fini Imu. Ciò comporta l’esclusione automaticamente dalle prestazioni sociali agevolate di un alto numero di proprietari di casa che a tali prestazioni avevano invece diritto sulla base del precedente indicatore, fondato sull’imponibile Ici.
Come noto, infatti, ai fini dell’Imu il valore delle abitazioni è stato elevato del 60% per effetto dell’aumento – del tutto slegato dalla realtà e finalizzato solo ad acquisire maggior gettito – dei moltiplicatori catastali.
PER SEMPLIFICARE. Insomma, con il nuovo Isee numerosi proprietari di casa, pur non avendo visto accresciuto il proprio tenore di vita, che si è al contrario ridotto per far fronte alla pesante tassazione costituita dall’Imu, perdono automaticamente il diritto ad usufruire di prestazioni di natura sociale e assistenziale quali, ad esempio: assegni familiari; assegni di maternità; riduzione delle rette degli asili nido; riduzione del costo delle mense scolastiche; riduzione delle rette delle case di cura per anziani; agevolazioni per utenze gas, telefono, elettricità; esenzione per le prestazioni sanitarie; riduzione delle tasse universitarie.