Uno di questi è Gaurav Sant del California NanoSystems Institute di UCLA, che di recente ha terminato una ricerca che potrebbe portare a metodi di produzione del cemento che emanano meno anidride carbonica di quella prodotta attualmente. Sant ha infatti scoperto l'anidride carbonica rilasciata durante la produzione potrebbe essere catturata e riutilizzata.
IL PROCESSO. Durante la produzione di cemento sono due i processi responsabili delle emissioni di carbonio: uno di questi è la calcinazione. In questo processo il calcare, ovvero la materia prima più utilizzata per produrre cemento, viene riscaldato a circa 750° C. Questo processo, oltre a produrre ossido di calcio, o calce, genera anche anidride carbonica. Ben il 65% dell'anidride carbonica emessa viene rilasciata quando il calcare viene calcinato, mentre il restate 35% si sprigiona dal combustibile bruciato per riscaldare il composto silicato tricalcico.
LA RICERCA. Dall'osservazione e dallo studio di questo processo, Sant e il suo gruppo di ricerca hanno dimostrato che l'anidride carbonica emessa durante la calcinazione può essere catturata e ricombinata con idrossido di calcio per ricreare calcare. In questo modo, non solo si eviterebbe l'immissione di CO2 in atmosfera, ma si risparmierebbe anche circa il 50% del calore necessario per tutto il ciclo di produzione.