Mentre a livello nazionale ancora si discute sull’eventuale proroga dello stato di emergenza – qualche giorno fa il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ha detto che “faremo le dovute valutazioni al momento opportuno” – ieri la Commissione Ue ha deciso di prorogare fino al 30 giugno 2022 il cosiddetto temporary framework, il quadro temporaneo per gli aiuti di Stato (la cui scadenza era prevista al 31 dicembre 2021) che regola le erogazioni decise dai governi europei a sostegno delle attività economiche e dei lavoratori in epoca di pandemia da Covid-19.
Segno, da un lato, che la situazione pandemica in alcuni Paesi europei è tornata a preoccupare. Dall’altro invece si vuole dare tempo ai Paesi europei di trovare un accordo sulla revisione del Patto di Stabilità. E se così non fosse, la Commissione, tramite Dombrovskis, ha già messo le mani avanti: “Si provvederà con una soluzione ponte”.
Al momento però, rispetto all’impianto originario del temporary framework ci sono alcune novità finalizzate al sostegno agli investimenti e alla solvibilità per supportare la ripresa. Innanzitutto fino al 31 dicembre 2022 i paesi europei potranno varare incentivi per gli investimenti realizzati dalle imprese e utilizzarli per accelerare la loro transizione verde e digitale. Potranno inoltre incentivare i fondi privati a investire in Pmi, startup e piccole imprese a media capitalizzazione, attraverso garanzie agli intermediari e facilitazioni al finanziamento del capitale.
Prorogata di un anno, fino al 30 giugno 2023 la possibilità di convertire gli strumenti rimborsabili (come garanzie, prestiti, anticipi) in altre forme di aiuto, tipo le sovvenzioni dirette. Sono infine stati aggiornati i tetti massimi di alcuni aiuti, in modo proporzionale alla proroga della loro durata.
Franco Metta