In una nota inviata nel giugno scorso all’Amministratore Delegato di ASPI Roberto Tomasi e al Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini, UNICMI, l’Associazione che rappresenta numerose Aziende esecutrici di lavori pubblici e affidatarie di contratti d’appalto da parte di ASPI, ha evidenziato come ASPI non stia procedendo ai riconoscimenti delle “compensazioni dei prezzi” agli appaltatori, previsti per lavori eseguiti e contabilizzati nel 2021, in mancanza di prova documentale dei maggiori oneri effettivamente sostenuti per l’acquisto di detti materiali.
Unicmi evidenzia come la pretesa di ASPI di porre a carico degli appaltatori l’onere della prova dei maggiori oneri sostenuti per l’acquisto dei materiali da costruzione nel 2021, non trovi fondamento in alcuna previsione normativa, e parimenti, sottolinea che proprio a causa della genericità di tale richiesta probatoria, le compensazioni di fatto ad oggi siano bloccate. Tutto ciò, se da un lato aggrava ulteriormente l’esposizione finanziaria delle imprese appaltatrici, d’altra rischia di “bloccare” anche i cantieri, con inevitabile pregiudizio per la rapida esecuzione delle opere pubbliche, anche di rilevanza strategica per il nostro Paese.
Unicmi ribadisce la convinzione che una rilettura serena ed attenta delle norme scritte dal Legislatore, debba indurre ASPI a riconoscere alle Aziende, nel minor tempo possibile, le compensazioni per il 2021, sulla base di quanto previsto dalla stessa normativa, confermate nelle lucide indicazioni operative fornite dal MIMS.
IN ALLEGATO la nota UNICMI inviata a ASPI E MIMS.