La procedura seguita dalla Regione Sicilia nel concorso di progettazione per la realizzazione del nuovo Centro Direzionale non è conforme alla legge. E’ quanto ha accertato l’Autorità Anticorruzione con la delibera N. 794 del 6 dicembre 2021, al termine di un’approfondita indagine che ha contestato alla Regione Sicilia diverse anomalie. Anac, tra l’altro, rileva “la mancata veridicità delle dichiarazioni rese dagli operatori in merito all’assenza di precedenti rapporti lavorativi”, sollecitando la stazione appaltante a intraprendere le iniziative procedimentali del caso.
Già nell’aprile scorso l’Autorità aveva fatto presente all’amministrazione il conflitto d’interesse sussistente fra il Presidente della Commissione del concorso e il mandante del gruppo vincitore del concorso stesso, stante la pregressa collaborazione lavorativa svolta fra i medesimi. Dall’attività di vigilanza avviata da Anac, infatti, a seguito dell’esposto di alcuni consiglieri regionali, è risultato che il presidente della Commissione di concorso non solo ha lavorato in più occasioni con il soggetto vincitore della gara, ma addirittura è autore di un libro scritto insieme, oltre ad aver svolto in maniera congiunta varie attività, tra cui lo svolgimento di una mostra evento, la partecipazione a seminari, ma pure a concorsi e a consigli scientifici.
Tali rapporti, secondo Anac, avrebbero comportato un dovere di astensione da parte del presidente. Anche le dichiarazioni da parte dei vincitori del concorso di non aver mai avuto rapporti lavorativi con il Presidente, in realtà sussistenti e continuati, costituirebbero di per sé causa di esclusione, minando l’affidabilità e l’integrità dell’operatore con cui la Pubblica amministrazione andrà a contrarre. A seguito dei rilievi di Anac, è stata riformulata la graduatoria provvisoria, escludendo pertanto dalla gara il vincitore.
Anac, però ha rilevato un’ulteriore anomalia, in quanto dalla documentazione emerge che la Commissione di concorso è stata nominata dalla Regione ben un mese e mezzo prima della data fissata per la scadenza delle offerte previste nel bando. Questo in violazione della normativa esistente che prescrive che la nomina dei commissari deve avvenire dopo la scadenza del termine fissato per la presentazione delle offerte, al fine di garantire l’anonimato dei commissari nella fase partecipativa. La violazione di tale principio dovrebbe comportare la decaduta della nomina della commissione, effettuata in violazione della normativa esistente, con conseguente decaduta per illegittimità degli atti di gara e successiva reimpostazione dell’intero procedimento. Ciò risulta ancora più evidente, se si pensa che alla fine non è stato escluso solo il vincitore del concorso, ma anche il secondo e quarto classificato, in quanto tutti avevano avuto rapporti lavorativi non dichiarati con il Presidente di Commissione.
Infine Anac chiede alla Regione Sicilia di avviare tutte le misure del caso in sede di autotutela a fronte delle circostanze e dei fatti venuti alla luce.