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Confartigianato al Parlamento Ue: contro 'cattivi pagatori' Pa serve compensazione debiti-crediti

Occorre anche rafforzare l’attuale normativa con regole di garanzia a favore dei subfornitori, introdurre strumenti dissuasivi come indicatori reputazionali pubblici sui comportamenti dei debitori, e prevedere misure che risolvano criticità specifiche dei singoli Stati

giovedì 12 luglio 2018 - Redazione Build News

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“I cattivi pagatori sono la bestia nera per le imprese di tutta Europa. Ma l’Italia batte tutti con i tempi biblici impiegati dalla pubblica amministrazione e dai privati per saldare le fatture agli imprenditori. Le nostre imprese devono aspettare in media 95 giorni per essere pagate dagli Enti pubblici cui forniscono beni e servizi e nelle transazioni tra aziende i tempi per incassare il dovuto si attestano a 56 giorni. Siamo quindi ancora lontani dai 30 giorni imposti dalla legge del 2013 che recepisce la Direttiva europea 2011/7/UE”.

Il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti denuncia il fenomeno dei ritardi di pagamento in occasione dell’audizione odierna della Commissione del Parlamento europeo ‘Mercato interno e protezione dei consumatori’, sullo stato e sull’impatto dell’implementazione della direttiva sui ritardi di pagamento negli Stati membri. Relatrice l’On. Lara Comi. Confartigianato ha partecipato all’audizione insieme a Ueapme, l’Unione europea dell’artigianato e delle piccole e medie imprese.

Il Presidente Merletti, che nel 2013 è stato rapporteur per l’Italia proprio sull’attuazione della Direttiva europea, nominato dall’allora Vice Presidente della Commissione Ue e Commissario europeo all’Industria Antonio Tajani, sottolinea che Confartigianato monitora costantemente i tempi di pagamento e il rispetto della legge. Risultato: in Italia non riusciamo a liberarci dal pessimo vizio di pagare in ritardo o di non pagare affatto i creditori. E le vittime di questo malcostume sono sempre i piccoli imprenditori.

Secondo Merletti per rispettare il diritto delle imprese ad essere pagate dalla Pa in tempi certi, c’è una soluzione semplice che Confartigianato indica da sempre: applicare la compensazione diretta e universale tra i debiti e i crediti degli imprenditori verso la pubblica amministrazione. Equivarrebbe a una iniezione di liquidità e consentirebbe di allentare la morsa in cui si trovano stretti gli imprenditori: da una parte clienti morosi, dall’altra credito difficile da ottenere dalle banche”.

“Inoltre – aggiunge il Presidente di Confartigianato – è necessario rafforzare l’attuale normativa con regole di garanzia a favore dei subfornitori, strumenti dissuasivi come indicatori reputazionali pubblici sui comportamenti dei debitori, misure che risolvano criticità specifiche dei singoli Stati. Tra queste, in Italia, spicca l’inefficienza della giustizia civile nei procedimenti di accertamento e recupero dei crediti”.

Sulla necessità di introdurre la compensazione debiti-crediti, sollecitata da Confartigianato, si sono detti d’accordo due imprenditori italiani interventi all’audizione, Sergio Bramini e Rossella Pezzino De Geronimo. Interventi per rafforzare la direttiva europea con l’obiettivo di creare condizioni più chiare e sicure per le Pmi sono stati chiesti da Luc Hendrickx, rappresentante di Ueapme, il quale, nel corso dell’audizione ha espresso preoccupazione per la situazione dei ritardi di pagamento che penalizzano soprattutto i subfornitori e quindi la maggior parte delle Pmi. In nessun Paese dell’Ue – ha detto Hendrickx – è stato risolto il problema dell’asimmetria fra grande e piccola impresa. Sarebbe necessaria un’iniziativa legislativa sulle pratiche sleali nei pagamenti fra PA e imprese e fra imprese private. All’audizione sono intervenuti anche i rappresentanti della Commissione europea, evidenziando che i ritardi di pagamento sono la causa di 1 fallimento su 4 in Europa.

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