Si è tenuto ieri pomeriggio il previsto primo incontro tra i rappresentanti del Governo e le associazioni del mondo dell’edilizia e quello bancario per discutere del tema della cessione dei crediti sui bonus edilizi.
Il Vice Ministro del MEF Maurizio Leo ha confermato l’impegno del Governo per risolvere il problema dei crediti incagliati (stimati attualmente circa 19 miliardi su 110 miliardi complessivi di incentivi edilizi richiesti e presenti sulla piattaforma dell’Agenzia delle entrate). Si sta verificando, ad esempio, la possibilità di estendere il periodo di utilizzo del credito di imposta a dieci anni, anziché cinque, per renderlo più utilizzabile, e il mantenimento degli incentivi per gli interventi sul patrimonio pubblico (case popolari). Sono allo studio, poi, iniziative per risolvere le problematiche relativi agli incapienti, per consentire l’esecuzione dei lavori nei condomini. Il Vice Ministro si è anche soffermato sull’ipotesi attualmente in campo che prevederebbe l’utilizzo dei versamenti delle tasse con gli F24 per la compensazione dei crediti di imposta ed ampliare la possibilità di acquisto. L’ipotesi è riutilizzare l’1% delle somme versate pari a circa 40 miliardi al mese: questo assicurerebbe la copertura dei crediti incagliati. Su queste ipotesi sarà necessario attendere il prossimo 1 marzo, data nella quale Eurostat ed Istat definiranno se i meccanismi previsti di cessione facciano considerare “pagabili” i crediti di imposta (quindi imputabili agli anni di iscrizione nella piattaforma, aumentando notevolmente il debito pubblico) oppure “non pagabili”, dunque spalmabili sugli anni di frazionamento del credito.
La Rete Professioni Tecniche ha presentato, nel corso dell’incontro, un documento contenente le principali richieste, tra cui l’eliminazione dell’esclusione delle Casse di previdenza professionali dall’acquisto dei crediti, l‘estensione della garanzia SACE ai professionisti, la proroga dei termini per il completamento delle opere, l’eliminazione del comma 3 dell’articolo 2 del decreto, la cui applicazione non è chiara. Inoltre, ha fatto notare che il comma 3 appare fortemente limitativo del meccanismo detto “bonus acquisti” che incentiva l’adeguamento sismico attraverso la demolizione e ricostruzione degli edifici.
Altri temi esposti dalla RPT sono stati i seguenti: ripristino della possibilità di cessione dei crediti, quantomeno ai fornitori, per i bonus “tradizionali” operanti in alcuni casi da oltre trent’anni e che non hanno creato particolari problemi; mantenimento del Superbonus a completamento degli interventi per la ricostruzione in Centro Italia; ulteriori semplificazioni procedurali e definizione di una norma transitoria che agevoli il passaggio tra la precedente e la nuova normativa; pagamenti degli studi di fattibilità e delle prestazioni svolte dai professionisti.
Il Vice Ministro Leo si è impegnato quindi ad esaminare le proposte presentate dalle organizzazioni presenti, allo scopo di definire un percorso che possa rendere meno tici gli effetti del decreto, tra cui quelle della RPT. Per alcune di esse (case popolari, bonus acquisti, mantenimento Superbonus ricostruzione) è già in corso lo studio della loro applicazione. Durante la discussione, la Rete ha comunque riaperto il tema del Piano di prevenzione sismica, ed in particolare della necessità di conoscere, per tutti i fabbricati esistenti, già esposto nel precedente incontro. Anche in altri interventi ci sono stati richiami al Piano della RPT. Infine, la Rete ha registrato la disponibilità a lavorare su un progetto di bonus strutturali.
La prossima riunione sarà fissata dopo l’1 marzo.