Con la sentenza n. 825/2015 depositata il 18 febbraio, la sesta sezione del Consiglio di Stato chiarisce la differenza tra la tettoia e il pergolato.
«La differenza fra “pergolato” e “tettoia” - precisa Palazzo Spada - appare riconducibile al linguaggio comune, che individua la tettoia come una struttura pensile, addossata al muro o interamente sorretta da pilastri, di possibile maggiore consistenza e impatto visivo rispetto al pergolato (normalmente costituito, quest’ultimo, da una serie parallela di pali collegati da un’intelaiatura leggera, idonea a sostenere piante rampicanti o a costituire struttura ombreggiante, senza chiusure laterali)».
LA VICENDA. La questione sottoposta all’esame del Consiglio di Stato riguardava l’effettiva natura di un intervento edilizio realizzato nel centro storico di Bari, in area limitrofa al castello Svevo - in cui sarebbero possibili solo interventi conservativi, con recupero dei materiali antichi - mediante copertura di un pergolato già autorizzato con tegole in cotto. Con sentenza del Tar per la Puglia, Bari, n. 574/13 del 16 aprile 2013 il ricorso – proposto avverso il diniego di sanatoria, emesso in rapporto al predetto intervento – veniva accolto, in quanto da fotografie di archivio sarebbe emerso come nell’area di cui trattasi numerosi edifici, tra cui – verosimilmente – quello oggetto del provvedimento impugnato, presentassero “sul lastrico, già sin dagli inizi del 1900, dei volumi con funzione di deposito-mansarda, detti suppigne”.
Contro la sentenza del Tar proponeva appello il Comune di Bari, sulla base di censure che rilevavano l’assenza di adeguati supporti probatori, circa la preesistenza del manufatto contestato, che contrasterebbe con la normativa comunale, dettata a tutela del centro storico (con particolare riguardo all’art. 33 delle Note Tecniche Allegate al Piano Particolareggiato di esecuzione per la Città Vecchia) e realizzerebbe un non consentito aumento di volumetria del fabbricato.
La parte appellata, costituitasi in giudizio, sottolineava la corrispondenza di quanto realizzato a strutture, storicamente preesistenti, con conseguente compatibilità dell’intervento, di cui era stata richiesta la sanatoria, alla vigente disciplina urbanistica.
FONDATO IL RICORSO DEL COMUNE DI BARI. Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato dal Comune di Bari, ritenendolo fondato. Secondo Palazzo Spada è stata legittimamente negata una sanatoria che la stessa parte interessata aveva richiesto in termini ambigui, quale “trasformazione in tettoia di una pergola”.