Istituire sezioni specializzate per la risoluzione di giudizi di natura tecnico-scientifica.
La proposta, avanzata dal presidente del Cni, Armando Zambrano, nel sua relazione al 60° Congresso degli Ingegneri di Venezia, prevede, nei “giudizi che implicano la risoluzione di questioni dipendenti dall’applicazione di norme Tecniche o scientifiche”, l’istituzione di “sezioni specializzate a composizione mista, le quali prevedano cioè la partecipazione, insieme ai membri togati, di membri laici esperti delle materie specificamente rilevanti nell’ambito dei giudizi”. Ciò “sulla scorta delle tipologie di organi giurisdizionali già sperimentate in modo proficuo e attualmente in vigore nel nostro ordinamento giuridico (come, ad esempio, le sezioni specializzate in materia agraria o nel settore delle acque pubbliche)”.
Secondo Zambrano, l’istituzione di tali sezioni specializzate “consentirebbe di ovviare alle eventuali incertezze e contrasti eventualmente emergenti in sede di valutazione per via dell’assenza di una specifica competenza tecnica in capo ai componenti dell’organo giudicante (diversi, per funzione e modus operandi, dai consulenti tecnici d’ufficio, i quali sono organi sussidiari del giudice e rimangono estranei all’attività valutativa in sé considerata), in grado di ripercuotersi sulla correttezza della decisione. La presenza, invece, all’interno dell’organo medesimo, di membri dotati delle competenze Tecniche necessarie contribuirebbe in modo decisivo alla formazione di un giudizio completo e il più possibile conferente con l’oggetto della controversia.
Tali figure di esperti, come già accade per i membri laici delle vigenti sezioni specializzate miste, sarebbero selezionate dai Consigli nazionali degli Ordini e Collegi professionali interessati tra i professionisti iscritti all’Albo dotati di requisiti all’uopo individuati (differenziati, in base alla preparazione, a seconda della presenza nei collegi giudicanti dei Tribunali di prima istanza o delle Corti d’Appello) mediante l’inserimento in un elenco speciale attivo presso il Ministero vigilante”.
MODIFICARE LA PROCEDURA DI SELEZIONE DEI CONSULENTI TECNICI PRESSO I TRIBUNALI. “Sembra possibile – osserva Zambrano - che la particolare qualificazione dei CTU possa essere verificata a priori dagli stessi Ordini, agendo esclusivamente sulle competenze organizzative e di tutela del titolo professionale riservate a questi ultimi”. Il presidente degli Ingegneri suggerisce quindi di “introdurre – inizialmente su base volontaria, e in seguito anche come requisito obbligatorio – per coloro i quali intendano presentare domanda di iscrizione come CTU presso i Tribunali, la possibilità di certificare le proprie competenze presso l’Ordine territoriale di appartenenza, allo scopo di far valere detta certificazione sia come elemento di valutazione da parte del Comitato di ammissione in ordine al possesso della speciale competenza tecnica prevista dalla legge, sia – in ipotesi – come titolo prioritario ai fini della concreta attribuzione di incarichi corrispondenti alla competenza certificata”.
Questo risultato, nota Zambrano, “sembra agevolmente raggiungibile mediante l’adozione di un regolamento interno, predisposto dal CNI ed eventualmente sottoposto all’approvazione del Ministero vigilante, finalizzato a far emergere le speciali qualificazioni in possesso degli aspiranti CTU e venire così incontro alle esigenze di particolare professionalità di tali figure previste dalla legge.
Su questo tema, con particolare riguardo alle nuove norme sull’omicidio stradale, la RPT – aggiunge il numero uno del Cni - ha in corso di studio emendamenti che rinviano agli ingegneri e periti industriali iscritti all’Albo, le funzioni di ricostruttori stradali”.