Dopo la sentenza del Consiglio di Stato (n.7442 del 9 novembre 2021) che ha respinto il ricorso degli ordini forensi e ha dichiarato legittimo un avviso per manifestazione di interesse per consulenze gratuite verso il MEF (LEGGI TUTTO), l'Associazione confindustriale delle società di ingegneria e architettura esprime la propria preoccupazione per le ricadute sul settore dell’ingegneria e architettura dei principi affermati nella sentenza.
Per Gabriele Scicolone, Presidente OICE,
pur rilevando che la sentenza riguarda consulenze legali, non possiamo non notare come si tratti di una vicenda assolutamente assurda e dagli effetti potenzialmente devastanti se traslati in settori come quelli della progettazione e dei servizi tecnici. Nel nostro settore sono in ballo principi come la sicurezza dei cittadini, che esigono che chi progetta debba assicurare qualità e professionalità elementi che, a loro volta, sono frutto di investimenti in formazione, ricerca e innovazione. Pensare soltanto lontanamente che un corrispettivo possa essere di natura diversa da un compenso economico (equo), sia pure frutto di dinamiche concorrenziali, vuole dire stare su un altro pianeta. Un consulente o un professionista non deve potere legittimamente regalare la propria prestazione perché in determinati settori la tutela di superiori principi, costituzionalmente garantiti, deve prevalere sulla libertà di ogni singolo individuo. Questo anche per evitare l’insorgere di dinamiche opache, non consone al settore pubblico ove non riteniamo debbano essere fatti passi indietro in termini di trasparenza e concorrenza, regole auree da difendere.
Scicolone precisa inoltre che occorre evitare che
la sentenza dia nuovamente spazio alle follie che abbiamo visto negli ultimi anni in alcuni bandi pubblici cui modifiche del codice appalti hanno cercato di porre rimedio, evidentemente invano visto che poi basta la sentenza di un collegio giudicante, sia pure autorevole, a passare sopra quanto lo stesso legislatore ha fatto e adesso sta facendo con la nuova legge sull'equo compenso. Chiediamo che il Parlamento ponga fine a questo delirio: inutile chiedere al mondo professionale di formarsi, aggiornarsi, investire per poi lasciare campo libero alla follia di qualche consulente o professionista compiacente, nella migliore delle ipotesi, nei confronti di un committente pubblico o privato.
Il Presidente dell’OICE chiede quindi a gran forza
a tutte le forze parlamentari di intervenire normativamente per inserire a chiare lettere nell'ordinamento italiano una disposizione che vieti prestazioni professionali rese gratuitamente e non eque nell'ambito delle attività professionali in generale e soprattutto in quelle tecniche a tutela della sicurezza degli individui sia nel settore pubblico, sia in quello privato. Ne va della dignità dei lavoratori e della sicurezza dei cittadini.