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Consumi energetici, in Italia il residenziale è più energivoro dei trasporti su strada e dell'industria

Confartigianato: nel 2013 il rapporto tra l’energia consumata e il valore aggiunto prodotto dalle imprese - manifatturiero, costruzioni e servizi al netto dei trasporti - si è ridotto del 18,8% rispetto al massimo del 2003

martedì 27 ottobre 2015 - Redazione Build News

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In Italia, rileva Confartigianato, il comparto Residenziale determina il 28,8% dei consumi finali, seguito dai Trasporti su strada (27,7%), dall’Industria (22,7%), dai Servizi (13,4%), dagli Altri trasporti (ferrovia, aereo e nave con il 4,9%) e Agricoltura e altro (2,5%).

L’Italia presenta quote più elevate rispetto all’Ue a 28 di 2 punti percentuali nel Residenziale, di 1,9 punti nel Trasporto su strada, compensate da una minore quota nelle Imprese dell’Industria e Servizi di 2,8 punti; quote più limitate in Italia anche per Altri trasporti (-0,9 punti), Agricoltura e altro (-0,2 punti).

Il decennio 2003-2013 registra una riduzione di 8,4 punti dei consumi dell’Industria e di 1,6 punti del Trasporto su strada; all’opposto si registra una salita di 6,4 punti della quota del Residenziale e di 3,3 punti nei Servizi, mentre è più contenuto l’aumento (+0,4 punti) della quota degli Altri trasporti.

Già nel 2006 il consumo finale di energia del settore Manifatturiero viene superato da quello del Trasporto su strada e nel 2010 viene superato anche dal consumo del settore Residenziale che non arresta la corsa e nel 2012 arriva a superare anche il Trasporto su strada.

EFFICIENZA ENERGETICA NELLE IMPRESE. Secondo un report dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia, nel 2013 il rapporto tra l’energia consumata e il valore aggiunto prodotto delle imprese – manifatturiero, costruzioni e servizi al netto dei trasporti – si riduce del 18,8% rispetto al massimo del 2003; nell’ultimo decennio la riduzione dell’input energetico per unità di Pil in Italia è in linea con quella registrata nell’Ue a 28, ma è decisamente più accentuata rispetto quella registrata da Germania (-10,7% nel periodo in esame) e migliore anche di quella della Francia (-17,2%). Anche il consumo di energia in rapporto al valore della produzione evidenzia un trend di costante discesa. Il contenimento dell’input di energia abbina efficientamento dei processi produttivi a modifiche della composizione settoriale.

Focalizzando l’attenzione sull’energia elettrica consumata nel settore manifatturiero – la commodity che in valore registra il maggiore consumo da parte delle imprese – si osserva che nel 2014 si registra una riduzione del consumo elettrico per unità di valore aggiunto del 15,7% rispetto al massimo del 2003.

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