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Consumo di suolo, le osservazioni degli ambientalisti al disegno di legge dell'Emilia-Romagna

Dal tetto del 3% di consumo di suolo rimangono esclusi gli interventi dei prossimi anni e una serie di deroghe

martedì 24 gennaio 2017 - Redazione Build News

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Il 3 novembre 2016 è stata presentata in commissione Territorio e ambiente del Consiglio regionale dell'Emilia-Romagna una proposta di nuova legge urbanistica che consente il consumo di suolo entro il 3% esclusivamente per nuovi insediamenti produttivi, per edilizia residenziale sociale e per nuove abitazioni, solo se collegate a progetti di rigenerazione urbana. Gli insediamenti produttivi strategici, gli interventi di ampliamento produttivi e le opere pubbliche o di interesse pubblico, saranno escluse dalla quota massima del 3%.

L’obiettivo è di anticipare il consumo di suolo a saldo zero rispetto all’obbiettivo europeo del 2050 (7^ Programma di azione ambientale dell’Unione europea).

Il disegno di legge della Regione Emilia Romagna – LEGGI TUTTO - prevede anche forti incentivi alla rigenerazione urbana e interventi di adeguamento sismico ed efficientamento energetico, nonché un considerevole taglio agli strumenti urbanistici di Regione, Città Metropolitana, Aree vaste e Comuni.

LE RICHIESTE DI LEGAMBIENTE. “Troppi gli ettari urbanizzabili che escono dal limite fissato dalla norma in discussione in Regione: si dia concretezza alle dichiarazioni per raggiungere l’obiettivo”, chiede Legambiente Emilia-Romagna.

L'Associazione ambientalista chiede alla Regione Emilia-Romagna “di portare in Giunta un testo di Legge sull’uso del Territorio che ponga un limite certo al consumo di suolo. Un limite che secondo noi oggi non esiste nell’attuale testo in discussione, in quanto si fissa un tetto indicativo del 3% i cui effetti, però, nessuno potrà oggettivamente governare, perché da tale tetto rimangono esclusi gli interventi dei prossimi anni e una serie di deroghe.”

L’attuale disegno di legge “lascia infatti ai Comuni 4-5 anni di edificazione che non sono inclusi nel conteggio del 3%, dando il via ad una corsa a firmare convenzioni e “posare la prima pietra” in più aree possibili.

Infine, dal tetto del 3% sono escluse anche opere pubbliche, opere di pubblica utilità, grandi insediamenti produttivi se considerati “strategici”, ecc.

Ai 70 kmq indicati dall’assessore Donini come limite massimo di urbanizzazione si aggiungerebbe quindi una quantità non meglio definita già “cementificata” nei prossimi anni, oltre a tutti i casi futuri rientranti nelle deroghe.

Di seguito solo alcuni esempi di urbanizzazioni che non rientrerebbero nel limite fissato del 3%:

- la proposta di mega polo logistico Le Mose a Piacenza, per un totale di 960.000 mq

- gli 8 km di autostrda TI-BRE nel (almeno 30 ettari) parmense e l’ampliamento proposto per l’aeroporto del capoluogo

- il complesso commerciale in via Luxemburg a Reggio Emilia (29.000 mq)

- la prevista autostrada Campogalliano-Sassuolo (almeno 55 ettari)

- la prevista autostrada Cispadana tra Modena e Reggio (almeno 250 ettari)

- il complesso in via Antica Milizia a Ravenna, con nuovo centro Conad (69.000 mq)

Solo un ristretto elenco – precisa Legambiente E. Romagna - ad esemplificare tutte le aree che in questo momento nei Comuni sono oggetto di discussione o progettazione e che resterebbero escluse dalla contabilizzazione del limiti di legge.”

INTRODURRE LIMITI VINCOLANTI E APPLICARE IL PRINCIPIO DI COMPENSAZIONE DEL SUOLO. Alla luce di questo quadro, l'associazione ambientalista chiede che “i limiti posti dalla norma in discussione siano vincolanti e considerati a partire da oggi, oltre che applicare il principio di compensazione del suolo: se proprio occorre costruire sul suolo vergine, a questa perdita di suolo deve corrispondere un’azione volta a liberare aree già occupate dal cemento e dismesse.

E’ il limite temporale la principale preoccupazione: un’applicazione immediata dei limiti della legge ridurrebbe infatti in modo sensibile la possibilità di “furberie” dei Comuni, che si troverebbero da subito nella condizione di calcolare quali sono gli interventi necessari, e quelli invece utili solo per fare cassa.”

La Regione Emilia Romagna “ha dichiarato di volere fare una legge per tutelare il suolo, dunque dia significato e concretezza a questa dichiarazione. Così com’è, il disegno di legge della nuova legge urbanistica non arriva in fondo al tema del consumo di suolo, ma si ferma a metà strada.

Se sul consumo di suolo la legge è inadeguata, su altri versanti – osserva Legambiente - presenta invece caratteristiche positive. Sono infatti previste soluzioni interessanti sulla rigenerazione urbana che, in modo innovativo, è agevolata fiscalmente e proceduralmente: un passaggio utile per dare risposte al settore edilizio e per risolvere i problemi delle città senza consumare risorse ambientali, da sempre da noi proposto. In modo analogo, è presente l’attenzione al tema della legalità attraverso il monitoraggio della compravendita dei terreni.

Con le opportune modifiche – conclude l'associazione ambientalista - è ancora possibile dar vita ad un buon testo di legge, ma serve che la politica dimostri di essere davvero orientata alla tutela del suolo, e di voler evitare che nei prossimi 5 anni si consumi l’ennesima irrimediabile rapina.”

Leggi anche: “Urbanistica, nuova legge di riforma E. Romagna: rigenerazione urbana e adeguamento sismico

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