“Stiamo monitorando” – ha dichiarato Angelo Carlini Presidente ASSISTAL, l’Associazione Nazionale Costruttori di Impianti, dei Servizi di Efficienza Energetica – ESCo e Facility Management, aderente a Confindustria – “con forte preoccupazione l’escalation congiunturale dei prezzi delle commodity energetiche che, sommata ai rincari dei prezzi dei materiali impiegati nelle opere impiantistiche, sta impattando seriamente sulla tenuta finanziaria delle imprese rischiando di compromettere la ripresa economica del nostro Paese. Per tale ragione, abbiamo inviato alla X Commissione del Senato le nostre proposte relative al disegno di legge 2401 – Conversione in legge del decreto-legge 130/2021, in merito al contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale.”
“Attualmente, il decreto-legge in questione” – ha evidenziato Carlini – “esclude tutte le forniture di gas naturale e di energia elettrica ricomprese nei Contratti Servizio Energia conformi al Decreto Legislativo 30 maggio 2008, n. 115 e nei Contratti di rendimento energetico o di prestazione energetica (EPC) di cui al Decreto Legislativo 4 luglio 2014, n. 102. Un’esclusione incomprensibile, se consideriamo che tali tipologie di contratto sono indicate dalla vigente legislazione nazionale ed europea come uno strumento fondamentale per l’efficientamento energetico in ambito sia pubblico che privato in quanto disciplinano l’erogazione dei beni e servizi necessari a mantenere le condizioni di comfort negli edifici nel rispetto delle norme in materia di uso razionale dell’energia, di sicurezza e di salvaguardia dell’ambiente, provvedendo nel contempo al miglioramento del processo di trasformazione e di utilizzo dell’energia.”
“Pertanto” – ha concluso Carlini – “la norma necessita di un intervento correttivo che estenda l’aliquota IVA ridota al 5% per la fornitura del gas e preveda per la fornitura di energia elettrica un calmieramento del prezzo mediante azzeramento degli oneri generali di sistema, anche ai committenti privati e pubblici che hanno sottoscritto un Contratto Servizio Energia o un contratto EPC onde evitare che questi restino assoggettati all’aliquota IVA del 22% o al pagamento per intero degli oneri generali di sistema. A riguardo segnaliamo che se la misura dovesse essere prorogata al primo semestre del 2022 nella sua attuale formulazione, la bolletta energetica dei condomini che hanno sottoscritto un Contratto servizio energia subirebbe un aumento del 58-62% rispetto alla passata stagione termica, determinando una significativa disparità di trattamento nei confronti degli utenti che acquistano direttamente il gas naturale.”