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Conto alla rovescia per la 36esima edizione di CAE. Zambrano: “Nel DNA dell’ingegnere innovazione e tecnologia”

In un’intervista, il Presidente del CNI sottolinea il ruolo fondamentale degli ingegneri nella risoluzione dei problemi nel campo biomedico e della sicurezza

martedì 17 novembre 2020 - Redazione Build News

Mancano ormai poche settimane all'inizio della 36esima edizione di CAE International Conference & Exhibition, l’evento realizzato con il patrocinio del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI). Armando Zambrano, Presidente CNI sottolinea in un'intervista che nel DNA dell'ingegnere ci sono da sempre innovazione e tecnologia e finalizzate alla risoluzione dei problemi, come quelli legati al mondo biomedico e della sicurezza:

Con l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo tutti gli ingegneri, soprattutto quelli informatici, hanno una grande responsabilità nel trovare soluzioni per rendere sempre più efficiente il mondo della sanità. Gli ospedali non sono un insieme di letti o di stanze, ma un complesso meccanismo tecnologico, in gran parte digitalizzato e in parte ancora da digitalizzare, che deve funzionare sempre più in maniera automatica. La presenza delle macchine unita all’attività degli infermieri e dei medici è importante garantire condizioni di sicurezza: grazie all’utilizzo della tecnologia informatica con robot che possono svolgere tanti servizi nei reparti a rischio, si possono alleviare i disagi dei pazienti e assicurare la sicurezza degli operatori. È fondamentale piegare le tecnologie alle esigenze umane e sanitarie, e la sfida è quella di rendere l’ospedale un luogo sempre più sicuro”.

Prosegue Zambrano: “C’è un boom di iscritti alle facoltà di ingegneria ma ci saranno meno ingegneri di quelli che serviranno; ne abbiamo la prova quando grandi o medie imprese ci richiedono ingegneri specializzati in determinati campi ed è difficile trovarli. L’università non può rincorrere le esigenze di mercato, sia per i tempi burocratici di organizzazione interna sia perché queste situazioni si evolvono e si aprono e si chiudono in tempi brevi, quindi la responsabilità di questa formazione specialistica ricade sugli ordini”.

E ancora: “Sui progetti di formazione possiamo essere molto più efficienti, più rapidi e adattivi alle situazioni. Questa è una sfida importante per creare abilitazioni e competenze che possono servire di volta in volta. Anche il percorso della certificazione delle competenze dev’essere flessibile ed in grado di dare delle risposte anche nell’immediatezza”.

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