Replicando alla presa di posizione delle Casse delle professioni tecniche (LEGGI TUTTO), l'OICE, l'Associazione aderente a Confindustria che riunisce le società di ingegneria e di architettura italiane, interviene sulla vicenda relativa alla mancata previsione, nel nuovo codice dei contratti pubblici del contributo integrativo del 4% a carico delle società di ingegneria e delle società tra professionisti.
"Non possiamo che prendere atto - afferma il Presidente dell’OICE Gabriele Scicolone - della scelta del legislatore delegato di non riproporre il contributo introdotto nel 1998. Non vogliamo entrare nel merito delle ragioni che hanno spinto il Governo a muoversi in tal senso. Potrebbero anche essere legate al fatto che si tratta di una contribuzione in alcuni casi riguardante quelle attività non esclusivamente professionali che spesso le nostre società rendono a committenti pubblici e privati, nonché al fatto che le società hanno al loro interno dipendenti INPS non iscritti agli albi professionali".
Ma il Presidente dell'OICE mette in evidenza un altro aspetto: "Le Casse delle professioni tecniche hanno fatto riferimento alla necessità di ipotetiche autorizzazioni ad operare come società di ingegneria e a forme di vigilanza sulle nostre attività. Ci pare che queste richieste siano innanzitutto improprie. Mi risulta che nessuno possa autorizzare una impresa ad operare sul mercato quando esiste già una norma che le consente di costituirsi e di svolgere determinate attività. Così è da 20 anni visto che le società sono iscritte al casellario ANAC, rendono all’Autorità comunicazioni periodiche, sono sanzionabili se non le inviano entro i termini prescritti e se tali comunicazioni non sono rispondenti al vero. Quindi la vigilanza già c’è e l’autorizzazione non ha senso di esistere. Se invece si vuole dire che anche le società che legittimamente operano nel settore privato devono essere iscritte al casellario ANAC per noi nulla questio, sarebbe una scelta corretta e coerente ma che spetta al legislatore fare. Quel che è certo è che esula dalle competenze delle Casse chiedere vigilanza sul nostro settore perché già esiste l'ANAC, con la quale d'altronde collaborano da anni”.
In definitiva però l'OICE è sostanzialmente neutrale sul tema della contribuzione: "Come è noto le società di ingegneria operano praticamente come sostituto d'imposta, ricevendo dal committente il 4% e poi versandolo alla Cassa. In questi ultimi anni abbiamo dovuto risolvere problemi relativi all'applicazione all'estero (non dovuta) e abbiamo subito la scelta di anticipare il 4% ai collaboratori delle nostre società senza potere richiedere fatture con esenzione del contributo, accollandoci quindi il rischio sul mancato pagamento da parte del committente. Per noi è essenziale la certezza delle regole e del pagamento del contributo, soprattutto quando il committente è privato, e in questo momento molto difficile per le nostre società ci sembra iniquo anche rischiare l’eventuale mancato pagamento del contributo".