All’indomani dell’incontro avuto con i dirigenti del Comune di Perugia e di Itambiente, Cna e Confartigianato rilanciano le proprie proposte in materia di controllo e manutenzione degli impianti termici.
“Non si possono mettere sullo stesso piano i cittadini che sono in regola con la manutenzione e il controllo degli impianti termici e coloro che invece si sono sottratti agli obblighi di legge. Va trovata assolutamente una soluzione”, chiedono i rappresentanti degli impiantisti associati a Cna Umbria e Confartigianato Imprese Perugia.
“Nell’incontro abbiamo registrato, da parte dei dirigenti del Comune, sensibilità e una prima apertura ai problemi e alle criticità nell’attività di gestione e controllo degli impianti termici – hanno affermato Pasquale Trottolini (responsabile Cna Installazione e impianti) e Claudio Buondelmonti (presidente regionale Bruciatoristi Confartigianato) -. Ferma restando l’importanza delle attività di controllo e ispezione degli impianti termici da parte degli enti preposti, riteniamo che non possano essere considerati alla stessa stregua i cittadini che non hanno mai provveduto ad effettuare la manutenzione e il controllo di efficientamento energetico sugli impianti termici e quelli in regola con gli obblighi di legge. Ci riferiamo soprattutto a situazioni pregresse e antecedenti al 6 giugno 2013, data di istituzione del servizio da parte del Comune di Perugia, per le quali i nostri manutentori e installatori sono stati chiamati a consegnare i cosiddetti rapporti di controllo tecnico sulle l’attività di manutenzione delle caldaie. Su questi rapporti avevamo offerto una forte collaborazione come associazioni e gli stessi impiantisti si sono impegnati, non senza disagi, a produrre una mole veramente consistente di documentazione sui controlli effettuati negli anni passati, con l’obiettivo di creare finalmente il Curit, vale a dire il catasto unico regionale degli impianti termici. Il problema, in questi casi, è che anche laddove l’attività di controllo e manutenzione delle caldaie sia stata effettuata in maniera regolare ma non ci sia evidenza dell’autocertificazione nei termini previsti dalla legge, il cittadino rischia comunque la visita ispettiva e il conseguente pagamento del costo dell’ispezione, attualmente pari a 140 euro. E cioè lo stesso rischio e onere di chi non ha mai provveduto ad effettuare alcuna attività di controllo di efficientamento sugli impianti. Ecco perché abbiamo chiesto al Comune di Perugia di trovare un’adeguata soluzione, proponendo anche una sorta di “sanatoria” per tutte quelle situazioni pregresse e antecedenti al giugno 2013, in modo da non gravare di ulteriori oneri i cittadini in regola con le normativa. Normativa che d’altronde prevede l’obbligo di garantire un’adeguata attività di controllo e manutenzione degli impianti con l’obiettivo di ridurre le emissioni di sostanze inquinanti, di risparmiare sui consumi energetici e garantire la sicurezza degli impianti, obiettivi che in questi casi sono pienamente conseguiti”.
Nei prossimi giorni le Associazioni formalizzeranno ai dirigenti del Comune di Perugia le proposte che sono emerse nel corso dell’incontro, dettagliando ulteriormente tempi e modalità tecniche. “Siamo convinti – concludono Buondelmonti e Trottolini -, anche alla luce della disponibilità manifestata dai dirigenti del Comune, che esistano le condizioni per trovare soluzioni soddisfacenti”.