Un nuovo studio condotto dal Dipartimento di Energia del Lawrence Berkeley National Laboratory (Berkeley Lab), in California, ha analizzato come l’utilizzo dei cool roof possa ridurre la domanda d’acqua per l’irrigazione degli spazi esterni. Pouya Vahmani ed Andrew Jones, i due ricercatori del progetto, hanno quantificato una diminuzione della temperatura dell’aria ambiente da 1 a 1,5 gradi grazie ai tetti freddi, riducendo la quantità d’acqua delle aree erbose.
I cool roof, detti anche “tetti freschi”, sono un sistema di copertura capace di riflettere i raggi solari grazie all’utilizzo di materiali ad alta riflettanza solare ed emittanza termica, mantenendo dunque il fresco costante dei tetti esposti al sole. Le caratteristiche di questi tetti variano, appunto, dai materiali utilizzati che possono essere la classica colorazione con vernice bianca ad alta riflettività ed emissività, oppure una vernice a base di oli e resine vegetali per soluzioni ecologiche.
Secondo i due ricercatori questi tetti ridurrebbero gli sprechi idrici quasi del 9%. L’indagine è stata svolta partendo da una simulazione della durata di 15 anni su 18 contee della California, da nord a sud, confrontando lo scenario attuale delle aree urbane interessate e uno ipotetico in cui sono stati installati dei cool roofs sugli edifici. Il risparmio dell’irrigazione d’acqua è oscillato da un 4% a un 9%, con un conseguente risparmio pro capite più ampio in un ambiente con una densità media, o in ambienti in cui sono presenti sia edifici che zone paesaggistiche.
“Questo è il primo studio sul rapporto tra l’acqua e le strategie di mitigazione del calore nelle aree urbane”, ha affermato Vahmani. “I benefici del risparmio idrico aumentano nei giorni caldi: “ in un clima futuro, in cui i giorni caldi saranno sempre più frequenti, i benefici aggiuntivi potrebbero essere ancora più significativi”, continua Jones.
Vahmani e Jones programmano di continuare questo studio espandendo l’area di ricerca nel campo dell’agricoltura, con la creazione di nuove tecnologie per l’irrigazione in base al tipo di coltura. “Prima di tutto, vogliamo capire quanto il cambiamento climatico farà crescere la richiesta d’acqua. Dopo, seguiranno le strategie per il controllo.