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Copernicus, terzo gennaio più caldo mai registrato in Europa

Secondo i dati del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus si sono registrate temperature eccezionalmente calde e l'estensione del ghiaccio marino antartico ha raggiunto il suo minimo storico nel mese di gennaio

mercoledì 15 febbraio 2023 - Franco Metta

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Il Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (Copernicus Climate Change Service/ECMWF) evidenzia una anomalia della temperatura superficiale dell’aria per il mese di gennaio 2023 rispetto alla media di gennaio per il periodo compreso tra il 1991 e il 2020. 

Implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine per conto della Commissione europea con il finanziamento dell’UE, il Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus pubblica regolarmente bollettini climatici mensili che riportano i cambiamenti registrati globalmente nella temperatura superficiale dell'aria, nella copertura del ghiaccio marino e nelle variabili idrologiche. Tutti i risultati riportati si basano su analisi generate al computer utilizzando miliardi di misurazioni provenienti da satelliti, navi, aerei e stazioni meteorologiche di tutto il mondo. 

 

Le temperature di gennaio 

La prima constatazione è che il mese di gennaio 2023 è stato il terzo più caldo in Europa. In gran parte dell'Europa sono state infatti registrate temperature dell'aria superiori alla media, compresi i Balcani e l'Europa orientale, in cui il giorno di Capodanno si è registrato un caldo record; anche la regione delle Svalbard ha registrato rilevanti anomalie in termini di calore. Anche Stati Uniti, Canada, Messico e una fascia da sud-est a nord-ovest della Russia occidentale hanno registrato temperature superiori alla media. Invece sono state registrate temperature inferiori alla media in Australia, in Siberia, in Afghanistan, in Pakistan e nei paesi limitrofi. 

 

Il ghiaccio marino 

L'estensione del ghiaccio marino antartico è stata del 31% al di sotto della media, classificandosi all’ultimo posto tra i valori più bassi di gennaio registrati dai satelliti e rimanendo ben al di sotto del precedente record del gennaio 2017. Tutti i settori dell’Oceano Meridionale sono stati caratterizzati da concentrazioni di ghiaccio marino inferiori alla media. Inoltre l'estensione del ghiaccio marino artico è stata del 4% al di sotto della media, classificandosi al terzo posto nella classifica dei dati satellitari di gennaio. E le concentrazioni di ghiaccio marino artico sono state particolarmente al di sotto della media nel Mare di Barents e nella regione delle Svalbard. 

 

Agire rapidamente per mitigare l’aumento delle temperature 

Samantha Burgess, Vicedirettore del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus ha così commentato l’ultimo bollettino: “Molti di noi hanno assistito alle temperature eccezionalmente calde di fine anno. Sebbene il mese di gennaio 2023 sia stato un fenomeno eccezionale, queste temperature estreme rappresentano un segnale tangibile degli effetti del cambiamento climatico per molte regioni e possono essere intese come un ulteriore avvertimento di futuri eventi estremi. È indispensabile che le parti interessate a livello globale e regionale agiscano rapidamente per mitigare l'aumento delle temperature globali”. 

 

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