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Coronavirus, Assistal: sicurezza e sostegno economico le parole chiave per la fase due

L’Associazione nazionale Costruttori di Impianti, Servizi di Efficienza Energetica ESCo e Facility Management, aderente a Confindustria, ha promosso un confronto con la propria base associativa per individuare il percorso da intraprendere in vista della “Fase due” dell’emergenza

giovedì 16 aprile 2020 - Redazione Build News

ASSISTAL, l’Associazione nazionale Costruttori di Impianti, Servizi di Efficienza Energetica ESCo e Facility Management, aderente a Confindustria, ha promosso un confronto con la propria base associativa per individuare il percorso da intraprendere in vista della “Fase due” dell’emergenza.

Ciò che ne è emerso sono fattori di necessità imputabili a due categorie specifiche: la tutela della sicurezza e il sostegno economico.

È importante che il Governo garantisca alle imprese tutte le misure necessarie relative a queste due direttrici interconnesse, senza le quali difficilmente si potrà attuare la ripresa.

Per quanto concerne la sicurezza sul lavoro, “riteniamo che debbano esserci misure più chiare e di indubbia interpretazione, poiché, in un comparto come quello in cui operiamo, bisogna avere dei riferimenti più evidenti per l’accesso ai cantieri o negli edifici” afferma il Presidente Angelo Carlini.

“Inoltre registriamo ancora”, prosegue Carlini “come peraltro accaduto nei primi giorni dell’emergenza, un’oggettiva difficoltà nel reperimento dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) e ci domandiamo se disponiamo di un numero tale da garantirne l’approvvigionamento quotidiano per tutti i lavoratori. Le misure di prevenzione, seppur necessarie, incontrano numerose difficoltà di attuazione che necessitano di un orientamento da fornire alle imprese”.

Per tale ragione, ASSISTAL è disponibile a collaborare con gli Enti preposti per la definizione di linee guida specifiche per il comparto, che possano fornire prime indicazioni utili alle imprese nello svolgimento delle loro attività per ciò che attiene le distanze minime e l’utilizzo dei DPI, a seconda delle varie circostanze in cui si deve operare, e su una pianificazione e gestione delle attività conciliabile con le misure in atto.

“In merito al sostegno economico” prosegue Carlini, “lo Stato deve attuare ogni sforzo possibile per garantire liquidità alle imprese in tempi consoni alla “fase due”, con misure diverse rispetto a quelle già definite in Decreto Legge, che lasciano la piena discrezionalità agli istituti di credito in merito ai finanziamenti, ed inoltre deve necessariamente effettuare il pagamento dei lavori eseguiti con SAL emergenziali immediati, e SAL mensili nella cd. fase due”.

Altra iniziativa necessaria per la rapida ripresa delle attività è rappresentata dallo snellimento delle procedure amministrative per accelerare le aggiudicazioni, la sottoscrizione dei relativi contratti, ed il pagamento delle prestazioni effettuate, oltre che introdurre immediatamente l’innalzamento della percentuale prevista per l’istituto della “anticipazione” del prezzo per i contratti pubblici al 50%.

Necessarie sono altresì le misure per prolungare la moratoria fiscale, “ripartire con i pagamenti a giugno, sarebbe oltre che immotivato dal punto di vista temporale, (nulla è cambiato in tre mesi), ne consentirebbe quel “respiro economico” che questa pandemia ha portato via alle aziende italiane, contagiandole come e più della popolazione”.

“Non dimentichiamo”, conclude Carlini, “che devono essere garantite le coperture finanziarie per la cassa integrazione per tutte le imprese che ne hanno fatto richiesta, senza lasciare nessuno indietro, altrimenti vi è la quasi certezza non solo di annullare le misure adottate per il rilancio, ma addirittura di decretare la chiusura di molte PMI”.

Infine, è parimenti necessario considerare che la sospensione delle attività ha provocato danni ingenti sui processi in atto per la formazione professionale dei dipendenti, ed è essenziale che misure straordinarie vengano adottate sia per una rapida distribuzione dei finanziamenti già stanziati e ad oggi bloccati, sia per incrementare gli investimenti per la formazione finanziata, in considerazione delle peculiarità e delle specificità tecniche degli operatori del settore impiantistico.

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