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Coronavirus e inquinamento, esiste davvero un legame?

Se per alcuni lo lo smart working sta pulendo l’aria in molte zone d’Italia, per altri è ancora troppo presto per esprimersi

mercoledì 18 marzo 2020 - Redazione Build News

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Pm10. -33% NO2 – 31%. L’emergenza Covid-19 in 15 giorni ha ripulito l’aria di Milano e ridotto emissioni di CO2 in tutto il Nord e non solo. E' quanto emerge dai dati diffusi da Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ed elaborati per fondazione Univerde e Opera2030 da YOUTHQUAKE.IT. La ragione? Lo smart working.

“ll ricorso massiccio a pratiche di smart working e di formazione scolastica e universitaria telematica ha avuto un rilevante impatto sulla qualità dell’aria in una delle aree più inquinate d’Europa” – ha dichiarato Alfonso Pecoraro Scanio, già ministro dell’Ambiente e oggi presidente della fondazione Univerde, aggiungendo: “Lo smog può essere una delle cause della più veloce diffusione del virus nelle aree con aria più inquinata della Cina e in quella con più smog d’Europa, che è purtroppo la pianura padana. A queste conclusioni è arrivata la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) che insieme alle Università di Bari e di Bologna, ha esaminato i dati pubblicati sui siti delle Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale e li hanno incrociati con i casi di contagio riportati dalla Protezione Civile.”

Anche il prof. Livio de Santoli prorettore dell’Università Sapienza di Roma e del comitato scientifico della Fondazione Univerde ha ribadito che: “Dallo studio risulta che le polveri sottili possono essere vettori del Coronavirus. Potrebbe essere questa la ragione per cui il virus ha viaggiato più veloce in Pianura Padana. Occorre riflettere sulla necessità di superare la circolazione di auto con motore a scoppio”.

PRESTO PER TRARRE CONCLUSIONI. Di parere diverso è Arpa Lombardia che, al momento, giudica non opportuna una valutazione specifica di merito, essendo la situazione in evoluzione.

“La priorità è quella di mantenere attiva e funzionale la rete di rilevamento, garantendo tutte le attività manutentive necessarie. Su questo stiamo impegnando tutte le risorse, garantendo il necessario servizio all'intera comunità lombarda. Preme sottolineare come la qualità dell'aria sia determinata da un insieme di fattori e solo una valutazione completa e organica degli stessi consente di portare a conclusioni tecnicamente sostenibili.

Un'analisi seria, che è nelle modalità abituali di operare di Arpa Lombardia, richiede dati quantitativi, come per esempio i flussi di traffico o la produzione industriale, oltre che analisi di laboratorio sul materiale particolato raccolto, effettuando così la ricerca di traccianti delle diverse sorgenti. Per fare confronti è necessario, altresì, considerare la meteorologia, elemento che varia di giorno in giorno. Non si può quindi semplicemente confrontare la situazione di queste tre settimane con quella dell'anno precedente o delle tre settimane precedenti, poiché sarebbe una analisi semplicistica. Qualunque valutazione così svolta sarebbe solo di tipo qualitativo e superficiale, e non, invece, di natura quantitativa e approfondita come invece si potrà fare, con i tempi dovuti, al termine di questo periodo che continuiamo a sperare sia più breve possibile. Pertanto, Arpa Lombardia smentisce categoricamente qualunque affermazione attribuita all'Agenzia sulla diretta correlazione tra le azioni di contenimento della diffusione del Covid-19 e il miglioramento della qualità dell'aria".

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