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Coronavirus, nuove disposizioni sulle mascherine nel decreto Cura Italia

Le mascherine chirurgiche possono essere considerate dispositivi di protezione individuale (DPI) per i lavoratori che sono oggettivamente impossibilitati a mantenere la distanza interpersonale di un metro. Inoltre via libera all’utilizzo di mascherine filtranti prive del marchio CE

mercoledì 18 marzo 2020 - Redazione Build News

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È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.70 del 17-03-2020 il Decreto-Legge 17 marzo 2020, n. 18, cosiddetto “Cura Italia” recante le “Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese, connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19.”

Il provvedimento, che è in vigore dal 17/03/2020, prevede, in particolare, disposizioni straordinarie per la produzione di mascherine chirurgiche e dispositivi di protezione individuale (DPI) (art. 15) ed ulteriori misure di protezione a favore dei lavoratori (art. 16).

Su quest’ultimo punto la norma prevede che le mascherine chirurgiche possano essere considerate dispositivi di protezione individuale (DPI), di cui all’articolo 74, comma 1, del DLgs 81/08, per i lavoratori che nello svolgimento della loro attività sono oggettivamente impossibilitati a mantenere la distanza interpersonale di un metro.

In aggiunta gli individui presenti sull’intero territorio nazionale sono autorizzati all’utilizzo di mascherine filtranti prive del marchio CE e prodotte in deroga alle vigenti norme sull’immissione in commercio.

Quest’ultima disposizione accoglie la richiesta che ASSISTAL e CSIT, la Federazione di Settore di Confindustria che rappresenta i Servizi Innovativi e Tecnologici, hanno indirizzato nei giorni scorsi al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al Capo Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli, al Ministro della Salute Roberto Speranza e al Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, per fronteggiare all’impossibilità di molte imprese, che operano in strutture sanitarie pubbliche e private nella gestione di impianti tecnologici, di rifornirsi di mascherine filtranti FFP2 e FFP3.

Alle autorità competenti veniva chiesto di rendere disponibile, tramite la Protezione Civile, il reperimento di adeguate scorte di mascherine FFP2 e FFP3 oppure, in alternativa, di concedere l’abilitazione necessaria ai dispositivi N95 disponibili sul mercato ma privi di marchio CE.

Con l’autorizzazione all’utilizzo di mascherine filtranti prive del marchio CE, anche le mascherine modello N95 sono quindi da ritenersi consone quali dispositivi di protezione individuale.

Si riporta di seguito gli artt. 15 e 16 del Decreto Legge in parola:

Art. 15 (Disposizioni straordinarie per la produzione di mascherine chirurgiche e dispositivi di protezione individuale)

1. Fermo quanto previsto dall’articolo 34 del decreto-legge 2 marzo 2020, n. 9, per la gestione dell’emergenza COVID-19, e fino al termine dello stato di emergenza di cui alla delibera del Consiglio dei ministri in data 31 gennaio 2020, è consentito produrre, importare e immettere in commercio mascherine chirurgiche e dispositivi di protezione individuale in deroga alle vigenti disposizioni.

2. I produttori e gli importatori delle mascherine chirurgiche di cui al comma 1, e coloro che li immettono in commercio i quali intendono avvalersi della deroga ivi prevista, inviano all’Istituto superiore di sanità una autocertificazione nella quale, sotto la propria esclusiva responsabilità, attestano le caratteristiche tecniche delle mascherine e dichiarano che le stesse rispettano tutti i requisiti di sicurezza di cui alla vigente normativa. Entro e non oltre 3 giorni dalla citata autocertificazione le aziende produttrici e gli importatori devono altresì trasmettere all’Istituto superiore di sanità ogni elemento utile alla validazione dellemascherine chirurgiche oggetto della stessa. L’Istituto superiore di sanità, nel termine di 3 giorni dalla ricezione di quanto indicato nel presente comma, si pronuncia circa la rispondenza delle mascherine chirurgiche alle norme vigenti.

3. I produttori, gli importatori dei dispositivi di protezione individuale di cui al comma 1 e coloro che li immettono in commercio, i quali intendono avvalersi della deroga ivi prevista, inviano all’INAIL una autocertificazione nella quale, sotto la propria esclusiva responsabilità, attestano le caratteristiche tecnichedei citati dispositivi e dichiarano che gli stessi rispettano tutti i requisiti di sicurezza di cui alla vigentenormativa. Entro e non oltre 3 giorni dalla citata autocertificazione le aziende produttrici e gli importatori devono altresì trasmettere all’INAIL ogni elemento utile alla validazione dei dispositivi di protezioneindividuale oggetto della stessa. L’INAIL, nel termine di 3 giorni dalla ricezione di quanto indicato nel presente comma, si pronuncia circa la rispondenza dei dispositivi di protezione individuale alle norme vigenti

4. Qualora all’esito della valutazione di cui ai commi 2 e 3 i prodotti risultino non conformi alle vigenti norme, impregiudicata l’applicazione delle disposizioni in materia di autocertificazione, il produttore ne cessa immediatamente la produzione e all’importatore è fatto divieto di immissione in commercio.

Art. 16 (Ulteriori misure di protezione a favore dei lavoratori e della collettività)

1. Per contenere il diffondersi del virus COVID-19, fino al termine dello stato di emergenza di cui alla delibera del Consiglio dei ministri in data 31 gennaio 2020, sull’intero territorio nazionale, per i lavoratori che nello svolgimento della loro attività sono oggettivamente impossibilitati a mantenere la distanza interpersonale di un metro, sono considerati dispositivi di protezione individuale (DPI), di cui all’articolo 74, comma 1, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n.81, le mascherine chirurgiche reperibili in commercio, il cui uso è disciplinato dall’articolo 34, comma3, del decreto-legge 2 marzo 2020, n. 9. 2. Ai fini del comma 1, fino al termine dello stato di emergenza di cui alla delibera del Consiglio dei ministri in data 31 gennaio 2020, gli individui presenti sull’intero territorio nazionale sono autorizzati all’utilizzo di mascherine filtranti prive del marchio CE e prodotte in deroga alle vigenti norme sull’immissione in commercio.

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