La Commissione europea ha inviato all'Italia una lettera di messa in mora per l'articolo 113-bis del Codice dei contratti pubblici – decreto legislativo n.50/2016 - nella parte in cui prevede che “il termine per l'emissione dei certificati di pagamento relativi agli acconti del corrispettivo di appalto non può superare i 45 giorni decorrenti dall'adozione di ogni stato di avanzamento dei lavori”.
Questa disposizione è stata introdotta nel nuovo Codice Appalti dal decreto legislativo n. 56/2017 - decreto correttivo del nuovo Codice – in vigore dallo scorso 20 maggio.
Tale norma, osserva Bruxelles, sembra estendere sistematicamente a 45 giorni il termine per il pagamento delle fatture nelle opere pubbliche, violando così la direttiva sui ritardati pagamenti - direttiva 2011/7/UE - che richiede alle amministrazioni pubbliche di pagare le merci e i servizi che essi acquistano entro 30 giorni o eccezionalmente entro 60 giorni.
Ora l'Italia avrà due mesi di tempo per rispondere ai rilievi della Commissione europea. La lettera di messa in mora rappresenta il primo step per l'avvio della procedura di infrazione.