“Ristabilendo regole certe per il calcolo dei corrispettivi da porre a base di gara negli affidamenti di servizi di architettura e ingegneria, il decreto correttivo scongiura il rischio che l’eccessiva discrezionalità delle stazioni appaltanti possa produrre errori nella scelta delle procedure di affidamento e compromettere conseguentemente i più elementari principi della trasparenza”.
Commenta così il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori la prima bozza del Decreto correttivo del Codice degli appalti, approvata venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri (LEGGI TUTTO).
“Un altro elemento positivo - sottolinea Rino La Mendola, vicepresidente e coordinatore del Dipartimento Lavori pubblici - riguarda il divieto per le stazioni appaltanti di affidare servizi di architettura e ingegneria a fronte di “forme di sponsorizzazione o di rimborso” in luogo del corrispettivo spettante ai professionisti, evitando così il rischio che si ripetano i recenti episodi che hanno mortificato la dignità dei professionisti e soprattutto la qualità delle prestazioni professionali.”
“Analogo giudizio riguarda l’alleggerimento degli elaborati dei concorsi di progettazione, attribuendo solo al vincitore l’onere di raggiungere il livello di progetto di fattibilità tecnica ed economica e contribuendo così a rilanciare gli stessi concorsi. A questo proposito il Consiglio nazionale è pronto a supportare le stazioni appaltanti offrendo loro, gratuitamente, una piattaforma informatica, unitamente ad una “guida ai concorsi”, con l’obiettivo di diffondere il concorso quale migliore strumento per l’affidamento degli incarichi di progettazione.”
“Serviranno comunque - continua La Mendola - piccole modifiche al “correttivo” per chiarire meglio le procedure di affidamento dei livelli successivi della progettazione al vincitore di un concorso e per ridurre l’impatto del cosiddetto accordo quadro sui servizi di architettura e ingegneria. Qualche perplessità desta la reintroduzione dell’appalto integrato, sebbene ridotto a casi particolari”.
“Siamo fiduciosi - conclude - in un positivo confronto con il Ministro Delrio, per superare le residue criticità del testo originario del Codice in modo che esso possa costituire un elemento fondamentale per un rilancio concreto del settore dei lavori pubblici, che punti sulla trasparenza e sulla qualità delle prestazioni professionali per assicurare la qualità delle opere pubbliche e per abbattere il fenomeno delle varianti e delle incompiute”.
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