Dopo le incertezze che hanno contrassegnato le ultime fasi, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 5 maggio scorso il DLgs 56/2017 c.d. “Correttivo Appalti”, ad un anno dal nuovo Codice degli Appalti di cui al Decreto Legislativo 50/2016.
"Una pubblicazione - afferma la Presidente Finco Carla Tomasi - che nonostante alcuni aspetti perfettibili accogliamo con sostanziale soddisfazione".
"Si apprezza in particolare - continua la Presidente Finco - il mantenimento della disciplina di limitazione del subappalto (oggetto di attacco in questi mesi), disciplina che ha, tra le altre cose, esplicitato la necessità di essere qualificati per poter eseguire lavori in subappalto. Una considerazione ovvia anche per i non addetti ai lavori, ma che pure ha incontrato molte resistenze.
Fondamentale è ora che il Governo difenda - come ha fatto tenacemente il Legislatore in primis con i Relatori al Provvedimento Sen. Esposito e On. Mariani - la coerenza e la bontà di queste previsioni dalle perplessità della Commissione Europea che dovrebbe piuttosto preoccuparsi di far crescere realmente l'economia dell'Unione anziché porre limiti alla necessità nazionale di contrastare le “interferenze ambientali” in una fase così delicata dell’appalto (per chi voglia approfondire il tema si allegano brevi osservazioni NdR).
Condivisibile il mantenimento dei limiti già posti al cosiddetto “in house" (cioè dare lavoro a sé stessi perché, saltati alcuni passaggi, di questo in definitiva si tratta) anche essi pesantemente messi in discussione - afferma ancora la Presidente Tomasi -. Positivo anche l'innalzamento a due milioni del tetto per l'utilizzo del metodo del massimo ribasso con esclusione automatica delle offerte anomale, l'innalzamento del numero delle imprese da invitare nelle procedure negoziate come anche il soccorso istruttorio gratuito ed il rating di imprese volontario, nonché il confermato obbligo di suddividere le gare in lotti funzionali o prestazionali onde permettere una effettiva partecipazione del maggior numero di imprese, comprese quelle di minore dimensione.
Aspetto quest'ultimo che va di pari passo con la diminuzione del numero e l'aumento delle competenze delle Stazioni Appaltanti.
Importante nella vicenda il ruolo del Consiglio di Stato, massimo organo giuridico-amministrativo del Paese, che ha emesso un Parere documentantato quanto equilibrato e compenetrato nella realtà italiana.
Analoga visione ha mostrato, per gli aspetti di sua competenza, l'Anac.
Resta ora il grande lavoro da fare per gli atti applicativi senza i quali l’impianto del nuovo Codice ormai in vigore da un anno fatica a decollare ed in mancanza del quale si rischia di minare quella chiara cornice regolatoria da tutti invocata e di creare incertezze interpretative.
"Attendiamo in particolare - conclude la Presidente Tomasi - i requisiti di qualificazione sia degli operatori economici (su questo punto la Federazione confida in un’azione decisa di Anac che non sia di puro maquillage delle norme già esistenti ma che punti a individuare la sostanza delle diverse attività oggetto di qualificazione, come da Finco a più riprese suggerito) che delle stazioni appaltanti.
Entrambi, se efficacemente realizzati, porteranno ad una svolta positiva nel settore degli appalti”.
Il tentativo di “controriforma” del Decreto Correttivo non è passato; onde la Riforma degli appalti, nelle sue linee importanti, ha retto: quello su cui occorre ora concentrarsi è una buona fase esecutiva dove la soft law dovrebbe avere la capacità da un lato di rispettare le buone prassi esistenti e, dall’altro, di evitare le cattive pratiche purtroppo ancora presenti nel mondo degli appalti pubblici, di beni, servizi e, soprattutto, di lavori.
Il Governo, pur dopo vari passaggi e stimoli, ha operato una sintesi equilibrata: crediamo giusto darne atto da un primo consuntivo, così come non abbiamo lesinato le critiche durante il sofferto iter del provvedimento nella formazione di questa fondamentale riforma degli appalti in Italia.