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Correttivo al Codice Contratti, OICE chiede regole ad hoc per gli affidamenti di ingegneria e architettura

Il Presidente Lupoi: “Sull’equo compenso riteniamo che il mancato coordinamento fra codice e legge 49 sia da risolvere senza indugi ulteriori; ma soprattutto si deve aggiornare il decreto parametri inserendo le nuove attività richieste ma non previste”

giovedì 12 settembre 2024 - Redazione Build News

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“I positivi principi contenuti nel Codice devono essere attuati appieno perché fiducia, risultato e buona fede non rimangano sulla carta”.

È questo il messaggio che ha trasmesso ieri l’OICE, l’Associazione delle società di ingegneria e architettura intervenendo in audizione presso l’ottava Commissione della Camera alla presenza del Vice Presidente On. Battistoni, nell’ambito del ciclo di audizioni sulle risoluzioni parlamentari presentate dagli On.li Mazzetti, Manes, Santillo e Milani.

L'intervento di Giorgio Lupoi

Il Presidente Giorgio Lupoi, nel suo intervento ha sottolineato come “l’Associazione abbia accolto con favore l’emanazione del nuovo codice, un anno fa anche e soprattutto per la definizione di importanti principi che devono conformare l’agire della Pubblica Amministrazione e degli Operatori Economici: risultato, fiducia, buona fede, equilibrio contrattuale, accesso al mercato. Ad un anno dalla sua emanazione rileviamo come elemento positivo il fatto che il Parlamento abbia posto all’attenzione del Governo la necessità di intervenire sul d.lgs. 36/2023. In particolare, riteniamo che si debba in primo luogo intervenire colmando il vuoto determinato dall’assenza di regole specifiche per l’affidamento di servizi di ingegneria e architettura: una volta abrogate le LG 1/2016 dell’Anac le Amministrazioni non hanno avuto più riferimenti certi e questo ha causato non
poche difficoltà agli operatori”.

Ma non è solo su questo punto che il Presidente OICE chiede di ritoccare il codice: “Abbiamo poi delle richieste puntuali, che abbiamo illustrato alla Commissione come quelle sull’accesso alle gare, perché le richieste di referenze su soli tre anni penalizza una larga parte del mercato e crea un immotivato e discriminatorio trattamento rispetto alle imprese di costruzioni qualificate su 15 anni, sulla necessità di ripristinare l’anticipazione contrattuale per i servizi tecnico-professionali, immotivatamente cancellata dal legislatore, sulla limitazione degli affidamenti diretti in via fiduciaria, sulla riduzione degli incentivi ai tecnici della P.A. alle fasi di programmazione e gestione e non a quella progettuale; sulle garanzie in ordine alle modifiche in corso di esecuzione perché il ricorso ai contratti “a corpo” finisce spesso per vessare l’operatore economico ben oltre i limiti di un equo rapporto contrattuale.

Appalto integrato ed equo compenso

Infine l’OICE ha toccato anche il tema dell’appalto integrato e dell’equo compenso: “Abbiamo notato - ha precisato il presidente OICE - che la liberalizzazione dell’appalto integrato, estesa spesso ad interventi in cui l’apporto progettuale dell’impresa di costruzioni non ha ragion d’essere, comporta un suo utilizzo errato. Occorre quindi riflettere, senza posizioni aprioristiche di parte, su ipotesi in cui sia realmente giustificato. Sull’equo compenso riteniamo che il mancato coordinamento fra codice e legge 49 sia da risolvere senza indugi ulteriori; ma soprattutto si deve aggiornare il decreto parametri inserendo le nuove attività richieste ma non previste. È nostra opinione che siano sempre da ricercare soluzioni virtuose che permettano di valorizzare la qualità rispetto alla parte economica, come, ad esempio, l’utilizzo di formule esponenziali”.

I punti principali in sintesi

In sintesi, Lupoi ha evidenziato i seguenti punti principali sui quali dovrebbero essere valutati interventi di integrazione o modifica dell'attuale testo del codice appalti: 1) riportare il limite temporale di riferimento per la dimostrazione dei requisiti di partecipazione ai dieci anni antecedenti alla pubblicazione del bando; 2) nell'ambito dei contratti stipulati a corpo, riconoscere al progettista il corrispettivo per le prestazioni ulteriori rispetto a quelle inizialmente previste, introducendo garanzie nell'ambito delle modifiche in corso di esecuzione del contratto; 3) reintrodurre l'anticipazione del prezzo per i servizi di ingegneria e architettura, tenendo presente che i servizi di progettazione non possono considerarsi "ad esecuzione istantanea"; 4) introdurre una disposizione normativa di coordinamento tra il Codice e la L. 49/2023 sull'equo compenso; 5) revisionare il c.d. Decreto parametri, introducendovi le nuove attività richieste ma non previste dall'attuale DM 17 giugno 2016, come aggiornato dall'Allegato I.13 al Codice.

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