A Pechino l'inquinamento atmosferico è una delle problematiche più gravi. Per affrontarla è stato annunciato un progetto che prevede la realizzazione di una rete di corridoi di ventilazione che facilitino il flusso d'aria e l'eliminazione di smog e agenti inquinanti.
Il governo cittadino non ha dato una scadenza temporale al progetto, ma ha reso noto che ci verranno realizzati cinque grandi corridoi larghi oltre 500 metri, ai quali ne verranno collegati una dozzina di secondari larghi circa 80 metri. Le strutture collegheranno parchi, fiumi, laghi, arterie stradali e zone con bassi edifici. Quelli principali si concentreranno nelle aree suburbane nel sud della capitale, sfruttate le conformazioni urbane già esistenti, come ad esempio l’asse centrale nord-sud dal Taiping Suburban Park alla Beijing-Shanghai Highway.
L'idea non è nuova per la Cina, che ha già testato i corridoi in alcune città come Shanghai e Fuzhou.
I corridoi di ventilazione- ha dichiarato Wang Fei, vice capo della Commissione municipale di pianificazione- sono in grado di migliorare i flussi d’aria tra l’esterno e l’interno della città, favorendo così la dispersione delle sostanze inquinanti e dell’effetto di isola di calore
Pechino, si sa, è una delle città più inquinate al mondo. Nei mesi di novembre e dicembre del 2015, a causa di un forte innalzamento delle temperature rispetto alla media stagionale, ha registrato un picco nei livelli di smog. Nel 2015, stando ai dati del Ministero della Protezione Ambientale, i livelli di PM10 sono stati superati in 186 giorni, 14 giorni in più rispetto all'anno precedente.
Una soluzione che divide gli esperti
Non tutti però ritengono che la soluzione possa essere efficace. Tra gli esperti in materia c'è chi, come Peng Yingdeng, ricercatore ed esperto ambientale del National Urban Environmental Pollution Control Engineering Research Center, ritiene che gli effetti dei corridoi non siano stati studiati a sufficienza e che i risultati sarebbero comunque limitati rispetto alla portata del problema. Sulla stessa linea di pensiero anche Wu Weijia, professore alla Tsinghua University di Pechino, e Ma Jun, direttore dell’Institute of Public and Environmental Affairs di Pechino, che allo scetticismo nei confronti del progetto uniscono anche una critica di fondo alle politiche anti-smog. Entrambe sostengono che il problema dovrebbe essere risolto alla radice, con misure volte all'eliminazione delle fonti di inquinamento, legate sopratutto al traffico e alla combustione di carbon