Si è svolto ieri a Roma, presso la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati, il convegno “Open Government e Agenda Digitale: Trasparenza e Anticorruzione” organizzato dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri.
Obblighi per le amministrazioni; diritti per i cittadini (diritto ad attuare un controllo sociale sull’operato delle pubbliche amministrazioni senza pregiudicare il diritto alla privacy); strumenti per il monitoraggio; sanzioni per chi è inadempiente: queste le parole chiave del convegno che è stato l'occasione per la presentazione delle proposte degli ingegneri per il contrasto alla corruzione, un tema – strettamente intrecciato a quello della trasparenza della pubblica amministrazione – sul quale il Parlamento è al lavoro con il ddl anticorruzione all'esame del Senato, ma anche con la riforma del Codice Appalti.
La piaga della corruzione impatta sulla vita anche dei professionisti tecnici, dato che il settore degli appalti pubblici è tra quelli più colpiti dai fenomeni corruttivi, come confermato dall'arresto di Ercole Incalza, storico dirigente del ministero dei Lavori pubblici (LEGGI TUTTO).
EVITARE CONCENTRAZIONI DI PRESTAZIONI PROFESSIONALI NELLE MANI DI POCHI SOGGETTI. “No a concentrazioni di prestazioni professionali nelle mani di pochi; abolizione dell'attuale codice degli appalti; dare piena centralità al progetto e rotazione dei dirigenti”, propone il Consiglio Nazionale degli Ingegneri. “È assolutamente necessario – ha spiegato il presidente Armando Zambrano, che ha introdotto il convegno - evitare concentrazioni di prestazioni professionali nelle mani di pochi soggetti. Siamo rimasti perplessi dinanzi al fatto che l'Antitrust non sia intervenuto rispetto a situazioni di evidente monopolio che avrebbero potuto essere gestite in maniera differente”.
Il controllore non può essere indicato dal controllato. Occorre abolire l'art. 137 del codice degli appalti dove l'esecutore dell'opera individua il direttore dei lavori.
CENTRALITÀ DEL PROGETTO. Per garantire maggiore trasparenza, il Cni suggerisce la rotazione dei dirigenti, la centralità del progetto sin dalle fasi iniziali in modo da evitare continue varianti con il conseguente incremento di costi, l'individuazione del direttore dei lavori da parte delle stazioni appaltanti. “Quanto deve attendere ancora il nostro Paese per dotarsi del freedom of information act?”, si chiede il consigliere nazionale Cni Angelo Valsecchi.
Solo attraverso la trasparenza è possibile combattere la corruzione e rilanciare la competitività del Paese. – ha sottolineato Valsecchi – Ancora oggi, purtroppo, la responsabilità dell'opera è frammentata tra una pluralità di soggetti. Seppur sia significativo avere individuato il responsabile del procedimento dei lavori, risulta altrettanto importante indicare il soggetto responsabile di ogni singolo passaggio dell'opera appaltata. Il tutto utilizzando la digitalizzazione dei dati che vanno messi a disposizione della collettività.
DIRITTI E DOVERI. La normativa in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza amministrativa (Legge n. 190/2012 e D.Lgs.n. 33/2013), del resto, fornisce ai cittadini gli strumenti per agire. “Non va dimenticato, però, – ha spiegato Valsecchi – che prima dei diritti vengono i doveri come quelli dettati dalla deontologia professionale, ma anche dalla competenza e dalla conoscenza”. A livello legislativo, bisogna, tuttavia, accelerare l'applicazione della direttiva europea del 2003 sulla trasparenza, “Riutilizzo dell'informazione nel settore pubblico”, recepita in Italia con il decreto legislativo 36 del 2006. Concetti condivisi anche con il sottosegretario di Stato alla Giustizia, Cosimo Maria Ferri.
INNOVAZIONE DIGITALE. L'innovazione digitale, dunque, protagonista di una decisa spinta tecnologica volta a far crescere il Paese nel segno di una maggiore trasparenza e della lotta alla corruzione.