Nel 2014 i risultati, economici e patrimoniali, dell’attività di Inarcassa (Cassa nazionale di previdenza e assistenza degli ingegneri e architetti) sono di segno positivo.
Lo ha rilevato la Corte dei Conti, sezione centrale di controllo degli enti, con la deliberazione n. 10/2016, che riferisce sul risultato del controllo eseguito relativamente all'esercizio 2014.
Nel 2014 “l’avanzo economico ha raggiunto l’ammontare di 901,6 milioni di euro, registrando un incremento di oltre 114 milioni di euro rispetto a quello conseguito nell’esercizio precedente che, come da Statuto, viene destinato all’aumento del patrimonio netto. Questo andamento è da ricondurre prevalentemente alle plusvalenze da conferimento di immobili al Fondo Inarcassa Re per 138,6 milioni di euro”.
Le entrate contributive “pari a 1.033 migliaia di euro, hanno però evidenziato una diminuzione del 5,2 per cento rispetto al 2013. Infatti anche se hanno risentito positivamente dell’aumento dell’aliquota contributiva soggettiva dal 13,5 per cento al 14,5 per cento previsto dalla Riforma del 2008 e del lieve incremento degli iscritti nel 2014, non si sono compensati gli effetti negativi dovuti all’ulteriore riduzione dei redditi e del fatturato nonché agli anticipi e deroghe (posticipi) che si sono verificati sulla contribuzione nel 2014 a seguito della Riforma del 2012”.
Il rapporto tra iscritti e pensionati “risulta anche nel 2014 in calo, passando dal valore di 7,2 del 2013 a 6,5 del 2014, in ragione della crescita più che proporzionale del numero dei pensionati rispetto all’incremento netto delle iscrizioni”.
Nel 2014 “l’indice di copertura è diminuito rispetto al 2013 passando dal 2,39 per cento all’1,92 per cento”.
Il patrimonio netto “si attesta a 8,2 milioni di euro (7,3 milioni di euro nel 2013). L’aumento rispetto al precedente esercizio è pari all’avanzo economico. Il rapporto tra patrimonio netto e oneri per pensioni in essere al 31.12.2014, calcolato in conformità alla normativa vigente stabilita dall’art. 5 del decreto del Ministero del lavoro del 29.11.2007, raggiunge il valore di 16,77, contro il 17,14 del precedente esercizio”.
La redditività lorda della gestione immobiliare “registra un aumento percentuale pari al 21,37 per cento, a seguito del passaggio da una gestione diretta a quella indiretta con il conferimento del patrimonio immobiliare, nel corso dell’anno, a favore del Fondo Inarcassa RE sottoscritto interamente da Inarcassa. In tal modo il patrimonio immobiliare risulta conferito per la quasi totalità nella gestione indiretta (circa il 90 per cento)”.
Il risultato della gestione immobiliare “è costituito per 9,9 milioni di euro dai proventi dai fondi immobiliari e per 138,7 milioni di euro da plusvalenze da conferimento immobili al fondo chiuso Inarcassa RE”.
La redditività del patrimonio mobiliare, a partire dal 2012, “è stata calcolata recependo le indicazioni della Covip, al netto dei costi indiretti della struttura organizzativa, oltre che dei titoli e dei fondi immobiliari (che, in base ai principi contabili, sono trattati alla stessa stregua degli investimenti finanziari) e per il 2014 si attesta al 3,67per cento, quanto a rendimento lordo (in aumento rispetto al precedente esercizio pari al 3,84 per cento) e al 2,99 per cento quanto a rendimento netto (nel 2013 è stato pari al 3,27 per cento)”.
Secondo la Corte dei conti “sussiste l’esigenza di proseguire nell’attività di monitoraggio degli investimenti mobiliari, selezionando strumenti finanziari in grado di ridurre al minimo i rischi per il patrimonio della Cassa, anche in considerazione del peso dei debiti verso le banche pari a euro 109,2 milioni di euro relativi alla quota parte di perdite da cambio”.
Sia l’attività di recupero crediti, sia l’attività di controllo della morosità “non hanno ottenuto risultati significativi. La consistenza del monte crediti è rimasta, dunque, elevata e non si riduce significativamente (passa da 631.272 migliaia di euro nel 2013 a 619.048 migliaia di euro nel 2014) nonostante le azioni poste in essere dalla Cassa”.
La Corte dei conti ribadisce “la necessità di ricercare altre soluzioni per definire nuove procedure di recupero dei crediti dirette ad ottimizzare i risultati.
A seguito della verifica di carattere straordinario degli equilibri finanziari di lungo periodo (di cui al d.l. n. 201/2011, art. 24, c. 24), l’Ente ha introdotto una riforma strutturale del proprio sistema previdenziale, deliberata dal Comitato Nazionale dei Delegati del 18-20 luglio 2012 (Regolamento Generale di Previdenza-Rgp 2012) approvata dai ministeri vigilanti nel novembre 2012, a partire dal 1° gennaio 2013”.
Il bilancio tecnico 2012, aggiornato nel 2014, “presenta una situazione di equilibrio strutturale dei conti finanziari di lungo periodo, evidenziando un saldo previdenziale in diminuzione e negativo per circa dieci anni, mentre il saldo corrente è sempre positivo in quanto l’insufficienza contributiva è compensata dai rendimenti annui del patrimonio”.