Il Centro Studi Cortexa, recentemente
inaugurato, presenta i risultati del sondaggio somministrato a oltre 500 progettisti sul tema dell'efficienza energetica. I Dati ricavati evidenziano un ottimo livello di conoscenza dei parametri di
qualità di un intervento di efficientamento con Sistema a Cappotto e una forte
richiesta di controllare meglio la qualità delle soluzioni impiegate e le
competenze degli attori coinvolti.
Dal sondaggio emerge che la qualità degli interventi di
riqualificazione energetica per la parte di isolamento con Sistema a Cappotto è
compromessa dalla consegna in cantiere di prodotti “assemblati”, quindi non
Sistemi a Cappotto forniti in kit da un unico produttore, bensì materiali di
diversa provenienza messi insieme in cantiere e privi di certificati ETA e
marcatura CE; dall’inesperienza e poca preparazione degli applicatori di
Sistemi a Cappotto e, infine, dalla complessità normativa dei bonus casa e dai
continui cambiamenti da recepire e gestire.
Cortexa, impegnata dal 2007 nella promozione di una cultura del costruire sostenibile e del Sistema a Cappotto di qualità, ha voluto analizzare, mediante un sondaggio sottoposto a oltre 500 progettisti, qual è la loro percezione del mercato dell’efficienza energetica, anche in seguito a misure importanti come il Superbonus 110% da un lato e la direttiva europea sulle case green (EPBD) dall’altro, quali sono le sfide della professione in questo ambito e quali gli ostacoli ad un’adozione su larga scala di misure per l’efficienza energetica in edilizia.
Il sondaggio ha voluto inoltre verificare il livello di
apprezzamento da parte dei progettisti verso il Sistema a Cappotto, che si conferma,
secondo i dati ENEA, la misura in assoluto più efficace tra quelle che i vari
incentivi statali hanno finanziato in ambito di efficienza energetica in edilizia.
Presentazione del sondaggio e dei suoi risultati
Professione ed esperienza degli intervistati
Il panel intervistato di progettisti, tra cui 38% ingegneri
e 31% architetti, ha esperienza in interventi con Sistema a Cappotto: il 24% ha
realizzato da 1 a 3 interventi, il 28% da 4 a 9. Solo il 7% non ne ha mai
realizzati.
Tipologia di interventi realizzati dai partecipanti al sondaggio
I principali interventi realizzati in ambito di efficienza
energetica riguardano la riqualificazione di edifici residenziali esistenti: il
77% degli intervistati si è occupato di riqualificazione di abitazioni
indipendenti e ville, il 53% di riqualificazione di condomini.
Le conoscenze relative al Sistema a Cappotto
Strumenti utilizzati e conoscenza delle norme - Il 93% degli
intervistati conosce ed utilizza il Manuale Cortexa
per l’applicazione del Sistema a Cappotto, che dal 2007 rappresenta il
principale riferimento per i progettisti italiani su questo tema.
Rispettivamente il 44 e il 31% degli intervistati conosce inoltre le norme UNI 11715 e UNI 11716 per la
progettazione e posa del sistema a Cappotto e per la certificazione delle
competenze del posatore di Sistema a Cappotto. Possiamo quindi affermare che da
parte dei progettisti vi è una buona conoscenza dei riferimenti normativi e
delle buone pratiche.
Certificazioni conosciute – I progettisti sanno quanto sia
importante applicare Sistemi a Cappotto di qualità, che non li facciano
incorrere in problematiche né in fase di progettazione ed esecuzione né in fase
di utilizzo dell’immobile. Per tale motivo il 74% ritiene indispensabile
impiegare Sistemi
a Cappotto certificati ETA e il 71% ritiene indispensabile che il Sistema a
Cappotto sia dotato di marcatura CE. Il 43% dei progettisti è a conoscenza
dell’esistenza della certificazione delle competenze del posatore secondo la
norma UNI 11716, quale ulteriore criterio di controllo della qualità
dell’intervento nella sua fase di posa in opera.
I bonus casa e il futuro dell’efficienza energetica in edilizia
Per il 30% dei progettisti intervistati la richiesta di prestazioni professionali per la progettazione del Sistema a Cappotto è molto aumentata dall’entrata in vigore del Superbonus 110%. Secondo il 38% degli intervistati, a fronte della riduzione dell’aliquota del Superbonus, il mercato del Sistema a Cappotto, quindi quello delle riqualificazioni energetiche, decrescerà fortemente. L’87% degli intervistati ritiene che senza incentivi fiscali o a fronte di una riduzione delle aliquote non sarà possibile riqualificare rapidamente il patrimonio immobiliare italiano.
Stabilità legislativa e competenze
Per l’84% degli intervistati il lavoro di progettazione è diventato più complesso a causa dei continui cambiamenti normativi e di incognite che hanno scosso il mercato, quale quella della cessione del credito. Per il 54% degli intervistati il lavoro è diventato più complesso anche per l’avvento di numerose imprese edili non qualificate in ambito riqualificazione energetica, che hanno indebolito la fiducia dei committenti. La qualità degli interventi è inficiata, inoltre, dalla mancanza di progetti dettagliati per interventi con Sistemi a Cappotto: il 41% degli intervistati dichiara che, quando agisce come Direttore Lavori, raramente riceve un progetto dettagliato per il Sistema a Cappotto. Questo costringe l’impresa esecutrice a trovare soluzioni in cantiere, esponendo il progetto al rischio di gravi errori.
Nel caso di interventi con Sistemi a Cappotto, le principali
difficoltà sono:
- l’assenza di imprese e applicatori specializzati (60%);
- la difficoltà a reperire Sistemi a Cappotto certificati ETA, dotati di marcatura CE e forniti come kit da un unico produttore (46%).
Fattori decisionali di progettisti e privati
Secondo i progettisti, i committenti sono interessati al
Sistema a Cappotto principalmente per ridurre i consumi energetici e
raggiungere i requisiti di consumo previsti dalla legge (70%). Per i progettisti,
questa soluzione avrebbe ancora maggior diffusione se vi fossero degli elenchi
di imprese qualificate alle quali rivolgersi per effettuare la posa a regola
d’arte (53%).
Durata, manutenzione e alternative al Sistema a Cappotto
Il 76% dei progettisti sa che il Sistema a Cappotto è una
soluzione durevole e che gli edifici con Cappotto non richiedono più
manutenzione di quelli che ne sono privi, purché l’intervento sia stato
realizzato a regola d’arte.
Nonostante, soprattutto in epoca di Superbonus, siano emerse
moltissime proposte per l’isolamento degli edifici, i progettisti ritengono che
nessuna sia una reale alternativa al Cappotto per l’efficientamento
dell’involucro (75%).
La lettura dei risultati del sondaggio da parte di Cortexa
“Dal nostro sondaggio emerge come i progettisti richiedano un quadro di riferimenti chiaro per stabilire la qualità del Sistema a Cappotto e degli interventi di efficienza energetica: come Cortexa chiede sin dal 2007, certificato ETA e marcatura CE dovrebbero essere resi obbligatori in Italia, a garanzia della qualità dei Sistemi che si vanno ad applicare o, per lo meno, non si dovrebbero incentivare sistemi che non presentano questi requisiti di qualità.” afferma Stefano Deri, Presidente di Cortexa. “Un altro aspetto che consentirebbe di non incorrere in un incontrollato accesso agli incentivi per cantieri mal progettati ed eseguiti sarebbe l’introduzione della certificazione delle competenze degli applicatori secondo la norma UNI 11716 come elemento premiante, se non addirittura obbligatorio, per accedere ai benefici. Questo consentirebbe di creare un elenco di imprese esperte sufficientemente ampio per coprire le esigenze di tutti i progetti, mentre oggi gli applicatori che si sono certificati in maniera volontaria sono molto pochi. Dal punto di vista della progettazione e posa in opera i riferimenti sono il Manuale Cortexa e la norma UNI/TR 11715, la cui applicazione è volontaria. Sarebbe necessario prevedere un legame tra il riconoscimento dell’incentivo e il rispetto di tale norma per non sprecare soldi pubblici in opere dalla dubbia qualità. Infine, sottolineiamo come gli operatori ritengano che senza incentivi non saremo mai in grado di riqualificare il patrimonio immobiliare italiano in tempi ragionevoli, tantomeno potremo adempiere alle richieste dell’Europa. È necessario quindi ripensare il sistema a supporto degli interventi in modo da evitare sprechi, speculazioni, cattiva qualità dei materiali, dei progetti e delle opere e un aggravio insostenibile per i conti pubblici.” conclude Deri.