Per mitigare l'aumento del costo dell'energia di cui abbiamo già parlato recentemente con la fiammata del metano e che verosimilmente porterà a una stangata sulle bollette nella stagione autunnale, si profila un doppio livello di intervento per il governo.
L’esecutivo guidato da Mario Draghi ha in animo infatti di riformare gli oneri generali di sistema che sono finalizzati a coprire attività di interesse generale per il sistema elettrico. Nella bozza del nuovo disegno di legge in materia di concorrenza sarebbe infatti prevista la legge delega per una riforma compiuta, così come l’ha anche definita Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica.
Il sostegno economico alle energie rinnovabili passerebbe così dagli oneri di sistema alla fiscalità generale, con modalità però ancora da definire e che richiedono tempo, fermo restando la necessità, ribadita da Arera in audizione in Commissione industria al Senato, di eliminare fin da subito dalla bolletta “gli oneri non direttamente connessi agli obiettivi di sviluppo ambientalmente sostenibile e quelli finalizzati al contrasto della povertà energetica”.
E proprio per guadagnare tempo, il governo nel breve starebbe valutando una misura tampone, che farebbe leva sulle aste della CO2, i cui proventi, in attuazione dell’articolo 15 del decreto di recepimento della direttiva Ue sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili (Red II), dal 2022 devono andare a coprire “i costi di incentivazione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica mediante misure che trovano copertura sulle tariffe dell’energia”.
Si tratterebbe quindi di anticipare da un punto di vista tecnico parte della riforma, facendo guadagnare tempo ed evitando nelle intenzioni un forte contraccolpo.
Franco Metta