In linea con gli obiettivi del PNRR, incrementare i posti degli asili nido al fine di migliorare l’offerta educativa sin dalla prima infanzia e offrire un concreto aiuto alle famiglie. È questo l'obiettivo del nuovo Piano per gli asili nido del valore di 734,9 milioni di euro, previsto da un decreto firmato dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.
Le risorse messe in campo derivano, in parte, da economie del precedente Piano, varato lo scorso anno, e, in misura altrettanto rilevante, da fondi ulteriori recuperati nel bilancio dello stesso Ministero.
Cosa prevede il decreto
Il decreto, oltre ad accertare e mobilitare le risorse disponibili, definisce i criteri di riparto delle stesse tra i Comuni, tenendo conto dei dati ISTAT relativi all’attuale copertura del servizio nella fascia 0-2 anni, alla popolazione residente e al numero dei bambini nella fascia di età 0-2 anni.
In base ai progetti finanziati con il precedente bando, e tenendo conto dell’incremento complessivo dei prezzi e delle valutazioni della Commissione europea svolte in sede di verifica della milestone europea del PNRR di giugno 2023, è stato definito un costo parametrico applicabile alla realizzazione e costruzione di nuovi asili, nonché alla riconversione di edifici e immobili non già destinati ad asili.
I criteri descritti hanno consentito di individuare un elenco di Comuni beneficiari e di quantificare l’importo spettante in base al numero minimo di posti da attivare.
Le 14 città metropolitane, in considerazione dell’estensione territoriale di tali aree, avranno tutte a disposizione una quota di risorse per attivare e potenziare gli asili nido, a prescindere dal livello di copertura del servizio già raggiunto per la fascia di età 0-2 anni.
Per l’autorizzazione degli interventi sarà avviata una procedura di adesione per i Comuni inseriti nell’elenco.
In ogni caso, potranno candidarsi anche Comuni più piccoli di quelli individuati, e con una minore popolazione residente nella fascia 0-2 anni, aggregandosi con Comuni limitrofi mediante convenzione, in modo da garantire una gestione congiunta più efficace e sostenibile del servizio.
Il decreto firmato