Secondo l'ultimo Osservatorio congiunturale dell'Ance, nel 2021-2022 l’edilizia ha contribuito a circa un terzo della crescita del Pil (+12,3%), il 50% se si considera anche tutta la sua filiera.
Nel 2023 a causa delle crisi internazionali, dell’inflazione e dell’aumento dei tassi di interesse il Pil italiano ha perso slancio, e pertanto l’apporto del settore delle costruzioni risulta importante per la crescita economica del Paese.
In 3 anni è stato recuperato l’80% della produzione persa durante la crisi. Dal 2008 al 2020 sono stati persi 92 miliardi di euro, mentre dal 2021 a oggi sono stati recuperati 75 miliardi.
Cresce l’occupazione
Secondo i dati delle casse edili si registra un aumento del numero di ore lavorate del +0,9% e dei lavoratori iscritti del +2,9%, nei primi 9 mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022.
Bonus edilizi
Nel 2023 i bonus edilizi hanno generato lavori per oltre 80 miliardi, di cui 44 miliardi (9 in più rispetto al 2022) relativi al superbonus.
In generale, il comparto delle abitazioni nello scorso anno è cresciuto del +0,7%: riqualificazione +0,5%, nuove +1,3%. Cresce anche il settore del non residenziale privato con un +5%.
Pnrr
Le opere pubbliche sono cresciute del +18% nello scorso anno, di cui la gran parte grazie a Pnrr e fondi Ue. Il trend positivo, anche se in flessione, è stato trainato dai Comuni.
La spesa per gli investimenti pubblici è passata dai 13,2 miliardi nel 2022 ai 18,6 miliardi nel 2023 (+41%).
Torna l'emergenza casa
A causa dell’inflazione che ha eroso il potere di acquisto delle famiglie e dell’aumento dei tassi di interesse, secondo Banca d’Italia, i mutui sono crollati del 28,3%.
Calate del 11,8% le compravendite di abitazioni secondo gli ultimi dati dell’Agenzia delle Entrate sui primi 9 mesi dell’anno.
Previsioni 2024: torna il segno meno
Per le costruzioni nel 2024 si prevede un -7,4% rispetto all’anno precedente.
La fine del superbonus, della cessione del credito, il ridimensionamento e l’assenza di una politica di incentivi per l’efficientamento energetico e sismico degli edifici porteranno a un crollo del 27% del mercato della riqualificazione abitativa.
Per il 2024 le previsioni sul comparto delle opere pubbliche sono di una crescita del 20% pari a circa 10 miliardi di euro aggiuntivi rispetto al 2023.
Il traino del Pnrr non sarà sufficiente per compensare il calo dell’edilizia abitativa.
Perché il Pnrr ancora non corre
Sul Pnrr c’è stata un’accelerazione nelle fasi di aggiudicazione e consegna dei lavori ma si riscontrano ancora rallentamenti nella fase realizzativa soprattutto nelle grandi opere.
Sulla base di un’indagine Ance, circa 9 miliardi di grandi cantieri Pnrr aggiudicati non riescono a partire, a causa di problemi autorizzativi in materia ambientale, della sovrapposizione di regimi normativi differenti e di carenze progettuali.
La riduzione di cassa conseguente alla rimodulazione del Pnrr approvata a dicembre, potrebbe generare rallentamenti nella realizzazione delle opere dovuti alle minori risorse a disposizione.