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Costruzioni, cosa ci insegna il passato del futuro?

Il MIT e il Georgia Institute of Technology promuovono la memoria collettiva del settore per prepararsi alle evoluzioni in atto

martedì 12 maggio 2015 - Erika Seghetti

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Imparare dal passato per progettare il futuro. Un aforisma ricorrente e che abbiamo probabilmente applicato in molti ambiti. E se valesse anche per il settore delle costruzioni? Ci siamo mai domandati se studiare ed analizzare la storia dell’industria edile possa servire per ridisegnarne l’evoluzione futura?
Di certo se lo sono chiesto, dandosi una risposta positiva, alcuni ricercatori del Massachusetts Institute of Technology e del Georgia Institute of Technology che, dieci anni fa, hanno fondato la Construction History Society of America (CHSA), sullo stampo di una società similare nata in suolo britannico.

Dagli Usa una società che studia la storia del settore edile
L'attività di ricerca dell'Associazione è incentrata sull'analisi della storia dell'industria delle costruzioni, concentrandosi sui vari step che ne hanno caratterizzato la nascita e lo sviluppo in tutti i suoi comparti. L'obiettivo è quello di riorganizzare un sapere frammentato e di diffonderlo e promuoverlo all'interno delle realtà del settore, attraverso incontri e Congressi internazionali, l'ultimo dei quali, il quinto, si terrà a Chicago il prossimo 3-7 giugno.


Non si tratta di un 'esercizio di antiquariato'- spiega in un intervento pubblicato recentemente  sulle pagine del portale newyorkese specializzato in costruzioni ENR, Brian Bowen, professore di pratica presso il Georgia Institute of Technology- ma di una iniziativa che guarda fortemente al futuro. Questo non vuol dire che utilizziamo il passato per predire il futuro, ma per prepararsi ad esso. Perché la storia insegna molto: analizzare le evoluzioni consente di comprendere i cambiamenti e sopratutto le motivazioni alla base di questi. E quindi di comportarsi in modo migliore rispetto al passato o comunque con maggiore consapevolezza.

Un comparto che evolve con lentezza

Il settore delle costruzioni è un grande contenitore, dove affluiscono un numero considerevole di comparti industriali, ed è per questo che i cambiamenti sono sempre molto lenti. Ci sono voluti 60 anni per l'adozione delle macchine a vapore, così come c'è voluto molto tempo per passare dalla ghisa all'acciaio e per l'impiego del ferro per gli usi strutturali. Precedenti che ci fanno immaginare che anche il passaggio definitivo alle nuove tecnologie ITC e di gestione integrata dei processi di pianificazione, progettazione e costruzione avverrà in modo graduale. E che qualsiasi rallentamento non significherà necessariamente un rifiuto ma un 'naturale assestamento' del settore alle novità.

Il cambiamento arriva se lo vuole il cliente

Ma la cosa più importante da comprendere è sempre il perché di queste innovazioni e sopratutto l'individuazione dei fattori e dei soggetti che ne consentano effettivamente l'implementazione. Mai come nell'industria delle costruzioni- spiega ancora Bowen- il sistema è guidato da logiche di business. In poche parole, il cambiamento può avvenire solo a patto che sia il cliente a richiederlo e ad investirvi.
Quando, in piena rivoluzione industriale americana, ovvero nel tardo 19esimo secolo, i committenti iniziarono a pretendere prezzi fissati in anticipo e contratti unici, venne di fatto aperta la strada al 'general contracting' e quindi all'individuazione di un soggetto che potesse assumersi la responsabilità operativa complessiva di un progetto di costruzione o di impiantistica. Allo stesso modo,la nascita nel 1969 della 'Construction Users Anti-inflation Roundtable'- siamo sempre in America- è strettamente legata a una serie di 'proteste' da parte degli acquirenti delle opere contro prezzi ritenuti troppo alti e una generale inefficienza dei processi. 

Ricreare un sentiment positivo fra gli addetti ai lavori

Ma c'è anche un altro aspetto che guida l'azione della CHSA, e non meno importante di quelli elencati: far (ri)trovare a coloro che lavorano nel campo delle costruzioni un senso di orgoglio per il loro ruolo e un senso di appartenenza. Sopratutto in un periodo come quello attuale, sottolinea Bowe, in cui il comparto dell'edilizia è reduce di un periodo molto difficile, perché è stato quello che ha sofferto maggiormente la crisi economica, è importante far ritrovare l'entusiasmo di credere ancora nel proprio lavoro e di impegnarsi per migliorarne le prospettive.

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