Nel 2014 le costruzioni sono state caratterizzate ancora da una pesante crisi. Emergono, tuttavia, alcuni segnali positivi nelle compravendite residenziali e nei mutui alle famiglie (primi nove mesi del 2014 rispettivamente +2,2% e +9,8%).
Anche i bandi di gara per lavori pubblici risultano in crescita (+30,4% in numero e +18,3% in valore nel 2014).
CRISI ANCORA FORTE. Secondo l'analisi effettuata dall'Ance (Associazione nazionale dei costruttori edili), nel 2014, per il settimo anno consecutivo, il settore delle costruzioni è stato caratterizzato da una forte crisi, sia nella componente privata che in quella pubblica.
In sette anni, dal 2008 al 2014, il settore delle costruzioni ha perso il 32% degli investimenti pari a circa 64 miliardi di euro. La nuova edilizia abitativa segna una riduzione del 62,3%, l’edilizia non residenziale privata del 23,6%, mentre le opere pubbliche registrano una flessione del 48,1%. In questo comparto produttivo la caduta è iniziata già a partire dal 2005 con una flessione complessiva del 54,1%.
Solo gli investimenti in riqualificazione del patrimonio abitativo dal 2008 al 2014 mostrano un aumento dei livelli produttivi del 18,5% grazie anche all’effetto di stimolo derivante dalla proroga del potenziamento degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie e risparmio energetico. Senza l’apporto di questo comparto, la caduta degli investimenti in costruzioni avrebbe raggiunto il 44,2%.
Gli effetti sull’occupazione – sottolinea l'Ance - sono pesantissimi: dall’inizio della crisi, i posti di lavoro persi nelle costruzioni sono 522.000 che raggiungono le 790.000 unità considerando anche i settori collegati.
Anche il numero dei permessi ritirati per la costruzioni di nuove abitazioni nel primo semestre 2014 si è ulteriormente ridotto dell’11,4% rispetto al primo semestre 2013, confermando il trend negativo già evidenziato negli anni precedenti.
Per l’anno 2014 si stima in circa 50.000 il numero di nuove abitazioni concesse e, nel confronto con il 2005, anno nel quale il numero dei permessi si è attestato a circa 300.000 unità, si registra una flessione complessiva che supera l’80%.
I PRIMI SEGNALI POSITIVI. Emergono, tuttavia, dopo sette anni consecutivi di crisi, primi segnali positivi, in termini di numero di compravendite di unità immobiliari residenziali, di erogazioni di mutui alle famiglie e di bandi di gara per lavori pubblici.
Dopo otto trimestri consecutivi di cali tendenziali, nei primi nove mesi del 2014, sul mercato residenziale italiano si avvertono i primi segnali positivi in termini di compravendite immobiliari, in crescita del 2,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, i dati del terzo trimestre 2014 mostrano un aumento del 4,1% complessivo, confermando e rafforzando i segnali positivi delle compravendite di abitazioni nelle grandi città (+6,9% rispetto al terzo trimestre 2014) e portando una variazione positiva anche per i comuni non capoluogo (+2,8% rispetto al terzo trimestre 2014).
Nelle grandi città, in particolare, si rilevano aumenti particolarmente significativi a Milano (+6,8% rispetto al terzo trimestre del 2013), a Roma (+11,8%), a Genova (+10,4%), a Bologna (+18,7%) e a Firenze (+22,8%) a conferma di un trend positivo in atto dall’inizio del 2014. Anche le città di Torino e Napoli tornano a manifestare variazioni positive.
Peraltro, anche l’indice Istat dei prezzi delle abitazioni evidenzia, nel terzo trimestre 2014, un primo segno positivo, dopo circa due anni, relativo alle quotazioni delle case nuove, in aumento dello 0,7% rispetto al secondo trimestre 2014. Complessivamente, i prezzi delle abitazioni (nuovo ed usato) rimangono in calo (-0,5% rispetto al secondo trimestre 2014).
Su questi primi segnali positivi registrati nel mercato immobiliare residenziale incide, certamente, il diverso atteggiamento delle banche che, nei primi nove mesi del 2014, sembrano aver ridotto la diffidenza verso il settore immobiliare residenziale.
MUTUI ALLE FAMIGLIE. In Italia i mutui per l’acquisto delle abitazioni da parte delle famiglie sono tornati a crescere: +9,8% nei primi nove mesi del 2014 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente Recenti stime dell’Abi, per il 2014, quantificano un aumento dei mutui alle famiglie del 32,5%, con un peso di surroghe e rinegoziazioni pari al 18%.
BANDI DI GARA PER LAVORI PUBBLICI. Sul fronte dei lavori pubblici nel corso del 2014 si segnala, dopo anni di pesanti contrazioni, un aumento dei bandi di gara pubblicati sia in termini di numero (+30,4% rispetto al 2013) che di valore (+18,3%).
La crescita coinvolge molte stazioni appaltanti (ad esempio Comuni, Anas, FS) e risulta sostenuta al Sud, più ridotta al Centro, mentre al Nord permane il segno negativo nel valore posto in gara.
L’aumento dei bandi di gara nel corso del 2014 – osserva l'Ance - può essere collegato a diversi fattori: la misura contenuta nella Legge di Stabilità 2014 di allentamento del Patto di Stabilità Interno a favore degli investimenti degli enti locali per un miliardo di euro; la necessità di accelerare la spesa dei fondi strutturali europei; l’attuazione di misure governative adottate a partire dalla seconda metà del 2013 a favore di Ferrovie dello Stato e Anas.
Si tratta, come è evidente, di primi segnali, sui quali è ancora prematuro basare stime di ripresa.
I NODI DA SCIOGLIERE: CREDITO ALLE IMPRESE E SPESA PER LE INFRASTRUTTURE. Restano, invece, senza soluzione il problema del credito alle imprese e quello di una decisa inversione di tendenza nella spesa pubblica per infrastrutture.
In tema di credito alle imprese, secondo Banca d’Italia, quello delle costruzioni risulta il settore che ha subito maggiormente il credit crunch di questi ultimi cinque anni. Tra il 2007 e il 2013, in Italia la riduzione dei finanziamenti è stata del 64% circa per gli investimenti nel comparto abitativo e del 73% nel non residenziale. A questi dati si vanno ad aggiungere le variazioni ancora negative registrate nei primi 9 mesi del 2014: -20,7% per gli investimenti residenziali e -14,7% per gli investimenti non residenziali.
Un cambio di rotta nel finanziamento alle imprese potrebbe derivare dalle misure di Quantitative Easing messe in campo dalla BCE, a patto che vengano effettivamente destinate alle imprese per intraprendere nuovi investimenti.
Sul tema delle infrastrutture l'Ance evidenzia la necessità che la politica economica non continui a penalizzare la spesa per infrastrutture e metta, invece, in campo misure finalizzate ad una effettiva accelerazione nell’utilizzo delle risorse già disponibili e a dare continuità agli stanziamenti per la realizzazione di opere pubbliche utili per il paese.