“La crisi di questi anni è frutto certamente di congiunture sfavorevoli ma anche di scelte politiche sbagliate. Ci hanno raccontato che il problema è il contenimento del deficit e del debito, che le regole sono lacci e lacciuoli a freno della libertà di impresa, che la crisi si supera abbassando il costo del lavoro e non aumentando la competitività di sistema, ma il sindacato ha sempre spiegato che la strada da percorrere è un’altra: investimenti certi e trasparenti, regole efficaci, qualità e innovazione per assumere la sfida di un nuovo modello di sviluppo sostenibile del settore e del paese.”
Così ha esordito Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil, aprendo i lavori dell’Assemblea Nazionale che ieri a Roma, alla presenza dei segretari generali Cgil Cisl Uil Camusso Forlan Barbagallo, ha lanciato la “vertenza costruzioni” Fillea Filca Feneal.
LAVORO. “Dopo 8 anni ininterrotti di crisi – sottolineano le tre sigle sindacali - non ci sono tracce di una vera ripresa del settore delle costruzioni. La filiera della costruzioni è stata senza dubbio il settore economico più colpito con 800mila posti di lavoro persi tra edilizia e settori collegati. Senza un vero rilancio degli investimenti pubblici e le adeguate politiche industriali per stimolare il mercato privato sulle filiere dell’innovazione e della sostenibilità, non può esserci vera ripresa”.
Per questo Feneal, Filca e Fillea chiedono:
1. immediato avvio degli investimenti sulle 25 opere prioritarie. “Su ciascuna di queste opere avvieremo singole vertenze su scala regionale per ottenere l’immediata apertura o prosecuzione dei cantieri in piena trasparenza, sicurezza e legalità. Per questo sono necessari appositi protocolli di contrattazione di anticipo nel contesto dei quali utilizzare tutte le strumentazioni offerte dal CCNL per garantire flessibilità e velocità di esecuzione delle opere”.
2. Verifica, monitoraggio e velocizzazione di tutti i programmi di spesa pubblica in atto (piano città, piano carceri, piano dissesto e scuole sicure).
3. Strutturalità ecoincentivi e incentivi per ristrutturazioni su base decennale orientandoli alla aggregazione della domanda privata e legandoli a strumenti di verifica della regolarità del lavoro.
4. Orientare gli incentivi e gli strumenti di politica industriale in direzione della qualificazione dell’offerta e del sostegno ai processi di innovazione e ristrutturazione aziendale di tutto il settore legno-arredo e materiali da costruzione.
“In questi anni, inoltre, le varie leggi (Jobs Act e Legge Fornero) hanno favorito la frammentazione e la precarizzazione del lavoro. Nessun intervento risulterà efficace se scollegato da adeguate strumentazioni per rendere efficiente e trasparente il mercato, sicuro e regolare il lavoro”.
Per questo i tre sindacati chiedono:
5. contrasto al falso lavoro autonomo ed esclusione dell’utilizzo dei voucher nel settore delle costruzioni;
6. ripristino del DURC nella sua originaria formulazione, passando in tempi brevi alla certificazione della congruità;
7. introduzione di norme specifiche per la qualificazione di impresa ai fini dell’accesso al mercato privato (patente a punti);
8. rafforzamento dei controlli e delle sanzioni in materia di sicurezza sul lavoro.
Per quanto riguarda il mercato pubblico, anche in relazione all’attuazione della Legge delega di riforma degli Appalti pubblici, pur apprezzando alcuni importanti avanzamenti, chiedono:
9. ripristino della soglia del 30% della categoria prevalente per il subappalto;
10. rafforzamento delle clausole sociali;
11. recepimento dei contenuti del verbale di incontro con il Mit del 24 marzo u.s. in materia di concessionarie autostradali;
12. recepimento nelle Linee Guida Anac delle esperienze più avanzate fin qui realizzate con la CASGO in materia di prevenzione e vigilanza antimafia;
13. apertura di un confronto con l’Anac in fase di definizione delle Linee guida che l’attuazione delle delega ad essa demandata.
CONTRATTI. “Feneal Filca Fillea condividono la scelta di Cgil Cisl Uil di dotarsi di un nuovo modello di Relazioni Industriali inclusivo che possa restituire al mondo del lavoro e al sindacalismo la sua vocazione naturale di forza propulsiva dello sviluppo economico e sociale del paese, perché alla prolungata violenza della crisi non si deve rispondere con meno tutele e meno contrattazione ma con uno sforzo per rinnovare diritti e strumenti.
Prosegue la stagione contrattuale che, dopo il positivo rinnovo del CCNL Cemento Calce e Gesso Industria e quello dei Laterizi Industria, ci vede impegnati nelle vertenze contrattuali dei lavoratori dei settori Lapidei e Legno Arredo, per i quali chiediamo una positiva e rapida conclusione del negoziato”.
Per quanto attiene l’edilizia e la costruzione della piattaforma per il rinnovo del Ccnl, Feneal Filca Fillea chiedono:
1. Un unico tavolo di contrattazione con le parti datoriali, armonizzando e semplificando i diversi CCNL e garantendo ai lavoratori uguale dignità delle prestazioni contrattuali.
2. La valorizzazione dei contratti integrativi puntando ad un contratto di secondo livello regionale.
3. In relazione a tali processi di valorizzazione della contrattazione integrativa, non è più rinviabile la riorganizzazione e razionalizzazione degli Enti Bilaterali attraverso l’introduzione di parametri oggettivi al di sotto dei quali l’Ente sarà obbligato ad accorparsi almeno a livello interprovinciale ed avviando dove possibile, fin da subito, la regionalizzazione.
4. Di prevedere l’iscrizione e la contribuzione da parte dei lavoratori autonomi agli Enti Bilaterali al fine di garantire anche a queste figure le tutele e le prestazioni in materia di formazione e sicurezza.
5. Il contratto di cantiere al fine di dotarsi di norme contrattuali e di un sistema bilaterale inclusivo che omogeneizzi le tutele e le contribuzioni di tutti gli addetti che operano nei cantieri in materia di sicurezza e formazione e indipendentemente dal tipo di contratto applicato.
PENSIONI. “Senza sviluppo è impensabile una evoluzione del trinomio lavoro/ contrattazione/pensioni. Con lo sviluppo si ha: + lavoro + reddito + contratto + pensioni. Non tutti i lavori sono uguali. Per Feneal Filca Fillea in edilizia è impensabile andare in pensione a 67 anni e 10 mesi (l’età più alta d’Europa, destinata ad aumentare ulteriormente nei prossimi anni).
L’usura fisica, infatti, non consente certi lavori oltre una certa età ed, inoltre, c’è un aumento del rischio di infortunio, con problemi di sicurezza anche per i colleghi.
Al raggiungimento dell’età pensionabile (67 anni e 10 mesi) i lavoratori hanno circa 30 anni di contributi, è impensabile abbassare ulteriormente il reddito. Quando perdono il lavoro a 55/60 anni è difficilissimo trovare una nuova occupazione. Come vivono fino ai 67 anni e 10 mesi? Con quale reddito?”.
I tre sindacati, pertanto, chiedono in linea con piattaforma unitaria Cgil-Cisl-Uil sulla riforma delle pensioni:
1. Uscita flessibile dopo 62 anni indipendente dai contributi e senza penalizzazioni
2. Aprire una vertenza con il governo (ministero del Lavoro) e l’Inps per discutere le proposte di uscita anticipata.
3. Usare il contratto per agevolare il raggiungimento della pensione (destinare risorse) anche rivisitando a questo fine il Fondo dello 0,10% previsto dal ccnl edilizia industria
4. Valorizzare la previdenza integrativa con forme di adesione contrattuale, come quelle previste nel Ccnl dell’edilizia.
5. Prevedere un “bonus” contributivo in relazione alla diversità dei lavori.