È stato presentato ieri alla stampa l’Osservatorio Congiunturale sull’Industria delle Costruzioni - Gennaio 2019, illustrato dal Presidente dell’Ance, Gabriele Buia, dal vicepresidente Rudy Girardi e dal Direttore del Centro Studi Ance, Flavio Monosilio. Alla conferenza stampa è, inoltre, intervenuto Gustavo Piga, Professore Ordinario di economia politica dell’Università Tor Vergata di Roma che ha offerto il suo il suo punto di vista sull’effettiva capacità del “Sistema Italia” di rispondere ad un concreto rischio di recessione.
Lo studio fornisce un aggiornamento dell’andamento del settore delle costruzioni con le previsioni per il 2019 e il 2020, alla luce del rallentamento dell’economia nazione e internazionale in atto.
L’incertezza economica, che sta coinvolgendo tutti i settori produttivi, non risparmia le costruzioni che proseguono nella loro lunga e pesante crisi. In 11 anni, infatti, i livelli produttivi si sono ridotti di circa un terzo, comportando la chiusura di oltre 120mila imprese e la perdita di 600mila posti di lavoro.
La previsione per l’anno in corso, che tiene conto dei consueti indicatori economici e settoriali che misurano il potenziale produttivo del settore, è di un aumento del 2%. Tale risultato è dovuto principalmente ai primi e timidi segnali positivi registrati per gli investimenti privati residenziali e non residenziali e il proseguimento della dinamica positiva per il comparto della manutenzione straordinaria.
Per le opere pubbliche la previsione per il 2019 è di un aumento dell’1,8%. Un primo segnale positivo del tutto insufficiente ad invertire il lungo trend negativo in atto dal 2005 e lontano dalle aspettative di crescita degli investimenti pubblici, che le misure governative, adottare negli ultimi anni, lasciavano sperare.
Il repentino peggioramento delle condizioni economiche di contesto, tuttavia, ha indotto il Centro Studi Ance a formulare uno scenario di previsione peggiorativo, che dimezza la crescita del settore delle costruzioni per il 2019 (+1,1%) e prevede una contrazione ancora maggiore nel 2020.
Tale scenario appare al momento più credibile, in considerazione dei cambiamenti in atto e delle scelte operate dal Governo con l’ultima Legge di bilancio che hanno fortemente ridimensionando il contributo alla crescita derivante dalla spesa per investimenti in conto capitale.
In allegato l'Osservatorio congiunturale – Gennaio 2019