La ripresa dei livelli occupazionali nelle costruzioni è accompagnata da una crescente difficoltà nel reperire manodopera, soprattutto specializzata: un fenomeno generalizzato per l’intero sistema produttivo, ma particolarmente acuto nel settore edile. In base alle previsioni del Rapporto Excelsior sui fabbisogni occupazionali e professionali in Italia per il quinquennio 2022-2026, per la filiera delle costruzioni e infrastrutture si stima un fabbisogno occupazionale di 294mila unità, per un tasso medio annuo del 3,2%.
Lo ha evidenziato il Vicepresidente ANCE per le Relazioni Industriali e gli Affari Sociali, Carlo Trestini, in audizione ieri presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato sul DL 20/2023 recante “Disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare” (DDL 591/S).
L’importante ruolo della filiera delle costruzioni e infrastrutture emerge anche dal fabbisogno medio annuo di artigiani e operai specializzati delle costruzioni e nel mantenimento di strutture edili (3,7%), addetti alle rifiniture delle costruzioni (3,4%) e addetti dell’industria estrattiva e nella manutenzione degli edifici (3,6).
Secondo il più recente bollettino mensile Excelsior, per il comparto delle costruzioni le entrate programmate per il trimestre marzo-maggio 2023 sono pari a 136mila su un totale industria di 385mila (48mila nel solo mese di marzo su un totale industria di 134mila). Il comparto delle costruzioni è, con il 58,5%, tra i settori con maggior difficoltà di reperimento di manodopera. Risulta in aumento la richiesta di lavoratori immigrati interessati dal 18,8% delle assunzioni (79mila entrate) delle imprese, tra cui quelle del comparto delle costruzioni.
L’ANCE, partendo da alcune ipotesi in merito all’incidenza del costo della manodopera sui lavori, ha quantificato in 64.400 unità il fabbisogno occupazionale derivante dalla realizzazione di oltre 64 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi del PNRR e dei principali interventi ferroviari in capo a RFI. Di tale fabbisogno si stima che 53.800 sono da ricercare nella categoria degli operai e i restanti 10.600 tra impiegati e quadri.
Tale stima trova conferma nei recenti dati diffusi da Banca d’Italia che quantifica in circa 300.000 il numero di lavoratori necessari a soddisfare la realizzazione di tutti gli investimenti totali generati dal PNRR.
In particolare, l’Istituto sottolinea che il settore delle costruzioni registrerebbe la variazione dell’occupazione più elevata in termini assoluti, pari a circa 65.000 unità nell’anno di picco (2025).
Quanto emerge dalle stime previsionali sui fabbisogni occupazionali dimostra che è necessario intervenire con misure atte a ridurre il disallineamento tra domanda ed offerta di lavoro, implementando politiche attive e formazione, anche con riguardo ai lavoratori stranieri.