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Costruzioni, lavoratori sempre più multitasking (e distratti)
Uno studio britannico evidenzia come gestire più attività contemporaneamente ha delle ricadute negative in termini di produttività e di risultati
martedì 6 ottobre 2015
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Erika Seghetti
L'essere multutasking è ormai un imperativo lavorativo in qualsiasi ambito professionale. Il saper, e dover, gestire più attività contemporaneamente e l'essere trasversali è sicuramente una capacità imposta dalle moderne tecnologie, a cui è necessario plasmarsi. Ma a volte questa attitudine va a discapito della qualità della prestazione lavorativa. E' questo il caso dei lavoratori del settore delle costruzioni. Una categoria soggetta, come le altre, a questa nuova impostazione del lavoro, ma dove la multioperatività si traduce in distrazione e quindi in rischio.
Indagine Randstand CPE
Secondo gli ultimi dati pubblicati dall'agenzia per il lavoro britannica Randstand CPE, specializzata nella ricerca e selezione del personale nel campo delle costruzioni, il numero di distrazioni quotidiane a cui i professionisti del settore delle costruzioni è soggetta è aumentata del 66% dal 2013. E la maggiorparte dei lavoratori dichiarano di non riuscire più a lavorare con la concentrazione di un tempo, perché nell'arco della giornata sono costretti a gestire almeno cinque attività diverse, a discapito di quello che dovrebbe essere il loro ruolo principale, quello di gestire e controllare che un progetto sia realizzato al miglior modo. Non parliamo ovviamente della manovalanza ma di tutti i lavoratori che, in ruoli e gradi diversi, hanno il compito di supervisionare o di gestire un cantiere. Progettisti, geometri, architetti, ingegneri, assistenti e direttori di cantiere.
Le soluzioni
Oltre a tracciare il quadro della situazione, lo studio di Randstand propone anche due soluzioni al problema, che dovrebbero essere suggerite dai 'piani alti'. La prima, quella più ovvia, di stabilire l'obbligo di spegnimento di cellurare e tablet perlomeno in alcune ore della giornata o in concomitanza di operazioni che richiedono un alto grado di attenzione. La seconda che riguarda invece un aspetto gestionale del lavoro, quella di organizzare la giornata lavorativa raggruppando nello stesso momento le attività similari. In questo modo si potrebbe ridurre la dispersione di energie e il livello di distrazione.
Si tende a sottostimare i danni che il multitasking provoca in termini di produttività- dichiara Owen Goodhead, amministratore delegato di Randstad CPE. Passare costantemente da un'attività all'altra in modo repentino rischia di compromettere il quoziente intellettivo dei lavoratori e di fargli perdere un'infinità di tempo, perché interrompere un lavoro, riprenderlo e interromperlo di nuovo significa svolgerlo in un tempo maggiore e sicuramente male.