Un terzo delle imprese di costruzioni italiane rischia il default. Lo ha detto il direttore del Cresme Lorenzo Bellicini in occasione del convegno organizzato da Federcostruzioni su "Mercati nuovi per nuovi imprenditori".
La qualità come leva fondamentale per il rilancio dell’edilizia è stato il tema al centro dell’appuntamento promosso dall’associazione presieduta da Rudy Girardi, che riunisce la filiera del settore e rappresenta 3 milioni di lavoratori. Un incontro che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del presidente del Cnr, Luigi Nicolais, del presidente del Consiglio nazionale degli Ingegneri, Armando Zambrano, oltre a numerosi esperti e operatori del mondo economico e bancario.
"La nostra indagine sui bilanci delle imprese – ha spiegato il direttore del Cresme - ci dice che questa è la situazione del sistema dell'offerta in un mercato che dal 2008 ha perso 55 miliardi di investimenti, oltre un terzo del valore complessivo. Un mercato che nel 2014 vale 170 miliardi."
Un mercato che come ha sottolineato Bellicini oggi è composto per oltre il 70% di manutenzione ordinaria, straordinaria e riqualificazione. Secondo il Cresme il 2015 sarà l'anno in cui si aprirà il settimo ciclo edilizio dal dopoguerra. I primi segnali vengono dalla crescita del valore delle gare di appalto con un più 50% rispetto al 2013 e del numero delle compravendite immobiliari nel terzo trimestre di quest'anno (+4%). Un ciclo nel quale uno dei driver principali sarà rappresentato dalla capacità di offrire livelli crescenti di qualità, in cui rientrano elementi di sostenibilità, di qualità gestionale, di processo, ovvero un insieme di prestazioni in grado di innovare profondamente il modo stesso di costruire.
I RITARDI DELL'ITALIA. L’indagine del Cresme presentata nel corso del convegno, vede l’Italia in pesante ritardo rispetto all’Europa continentale sul piano della qualità degli investimenti in infrastrutture, a causa di tempi troppo lunghi, costi elevati e burocrazia a livelli patologici.
Se nel nuovo processo di riconfigurazione la qualità è destinata a fare la differenza “Il sistema imprenditoriale che si riconosce in Federcostruzioni – ha sottolineato il Presidente di Federcostruzioni Rudy Girardi - è pronto a raccogliere la sfida che viene da un diverso modo di costruire anche per contribuire in modo deciso ed efficace allo sviluppo del Paese. Uno sviluppo orientato a soddisfare esigenze di una società evoluta e consapevole dei condizionamenti ambientali in cui devono collocarsi le opere da realizzare”. “Ma - ha aggiunto - per poter effettivamente rispondere a questo nuovo modo di intendere le costruzioni è necessario che le Amministrazioni pubbliche assicurino un quadro compatibile con tale obiettivo attraverso un quadro regolatorio chiaro, univoco e coerente, capace di stimolare la realizzabilità delle opportunità connesse a un più alto livello qualitativo delle costruzioni. La qualità delle costruzioni rappresenta un’opportunità di crescita per tutto il settore delle costruzioni, con effetti positivi sull’intero sistema Paese”.
"I segnali positivi indicati dal Cresme - ha commentato il presidente dell'Ance Paolo Buzzetti - possono diventare fattori stabili di un processo di ripresa delle costruzioni italiane solo se si accompagneranno a una spinta vigorosa sul piano degli investimenti pubblici soprattutto sui fronti della messa in sicurezza del territorio e della manutenzione del patrimonio pubblico ad iniziare dalle scuole e a sostegno di concreti diffusi interventi di riqualificazione urbana."
Per il presidente dell'Ance è altresì necessaria una razionalizzazione del sistema impositivo sulla casa verso un'unica local tax in grado di dare certezza al mercato immobiliare, che da sempre costituisce un fattore essenziale di qualunque possibile concreta ripresa economica.
DIECI PROPOSTE PER SOSTENERE LA QUALITA’ DELLE COSTRUZIONI IN ITALIA. Federcostruzioni ha lanciato un decalogo per sostenere la qualità delle costruzioni in Italia: dieci proposte che vanno dalla garanzia di un clima di legalità alla razionalizzazione del sistema dei controlli, fino all’efficientamento dell’attuale sistema degli appalti, che privilegia il prezzo più basso a scapito della qualità e della crescita tecnologica delle imprese.
1) Garantire un clima di effettiva legalità contrastando sia i tentativi di infiltrazione da parte di organizzazioni malavitose sia le pratiche quotidiane di concorrenza anomala che estromettono dal mercato gli operatori virtuosi e che comportano opere di scarso livello qualitativo.
2) Razionalizzare e rendere più efficace il sistema dei controlli oggi del tutto insufficienti, episodici - nonostante previsti dalle norme - e basati su adempimenti burocratico-formali, puntando su un vero e proprio sistema pervasivo e fondato su indicatori prestazionali.
3) Promuovere a livello nazionale ed europeo l’introduzione di una standardizzazione dei criteri e degli strumenti di valutazione degli attestati di qualità.
4) Sostenere i processi di innovazione tecnologica sia di prodotto che di processo il cui fine ultimo è sempre quello di accrescere il livello qualitativo delle opere, attuando procedure di controllo e qualificazione altamente specializzate.
5) Incentivare i processi di integrazione e convergenza tecnologica così da favorire una crescita reale in termini di sistemi costruttivi e di soluzioni a tutto vantaggio sia dell’utenza finale che in termini di qualità e di sostenibilità del prodotto immobiliare.
6) Regolamentare l’applicazione di prodotti e innovazioni certificate così da garantirne i valori qualitativi e prestazionali.
7) Realizzare un efficientamento della macchina burocratica dello Stato perseguendo il duplice obiettivo di ridurre gli elevati oneri diretti e di semplificare norme e regole così da facilitare l’operato delle amministrazioni pubbliche nei ruoli che le sono più propri, quelli della programmazione e del controllo.
8) Introdurre un efficace sistema di analisi costi-benefici degli investimenti e modificare l’attuale sistema degli appalti che privilegia il prezzo a scapito della qualità con effetti devastanti sul tessuto delle imprese, disincentivando la crescita tecnologica e gli investimenti produttivi.
9) Restituire centralità alla fase progettuale che deve rappresentare il punto certo di partenza di ogni iniziativa per consentire la formulazione di offerte dettagliate.
10) Intervenire per ridurre in maniera strutturale il peso eccessivo del costo dell’energia.
LE PROPOSTE DELL'OICE. Centralità del progetto e rafforzamento dimensionale dell'offerta di ingegneria, anche per sostenere la competizione internazionale. Sono stati questi i due punti centrali dell'intervento del Past President OICE e vice presidente di Federcostruzioni, arch. Braccio Oddi Baglioni. Secondo Oddi Baglioni "la qualità del progetto non può che essere raggiunta riprendendo gli spunti che furono nella prima legge Merloni, impostata sulla centralità del progetto; è questo il principio che nella riforma del sistema degli appalti deve guidare il legislatore". Un secondo tema, strettamente legato al primo è quello della dimensione delle strutture di progettazione: "I progetti sono sempre più complessi e multidisciplinari ed è quindi necessario che siano predisposti da strutture complesse, per cui occorre una politica che incentivi le aggregazioni e la crescita dimensionale dei progettisti e questo anche per affrontare competitors internazionale dalle dimensioni nettamente superiori alle nostre. Dagli anni ‘90 in poi fu agevolata la strutturazione dei progettisti ma ultimamente, non si sa perché, sembra che si debba ritornare a favorire il professionista singole non le società. Sarebbe un grave errore.".