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COVID-19: il focus del Ministero del lavoro sul nuovo decreto-legge Cura Italia

10 miliardi agli interventi che rientrano nella sfera operativa del Dicastero: dagli ammortizzatori sociali alla tutela dei liberi professionisti e dei lavoratori autonomi, dalla rimodulazione dei permessi per la Legge 104 a quella dei congedi parentali, dall'erogazione del bonus baby sitter alla moratoria sui licenziamenti

martedì 17 marzo 2020 - Redazione Build News

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Prosegue l'impegno straordinario del Governo per fronteggiare le conseguenze dell'emergenza per la situazione epidemiologica da COVID-19 (Coronavirus) in atto nel nostro Paese. In particolare, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è tra quelli più impegnati in prima linea.

Lo ha ricordato la titolare del Dicastero, Nunzia Catalfo, al termine del Consiglio dei Ministri di ieri che ha dato il via libera al Decreto "Cura Italia".

Dagli ammortizzatori sociali alla tutela dei liberi professionisti e dei lavoratori autonomi, dalla rimodulazione dei permessi per la Legge 104 a quella dei congedi parentali, dall'erogazione del cosiddetto bonus baby sitter allo stop dei licenziamenti, il Ministro Catalfo ha illustrato i numerosi interventi che rientrano nella sfera operativa del Dicastero e che saranno realizzati con un finanziamento straordinario di 10 miliardi di euro.

"L'importo più elevato - ha posto in evidenza Catalfo - sarà per il rafforzamento degli ammortizzatori sociali". Da un lato, la Cassa Integrazione in deroga cui saranno destinati 3,3 miliardi, che potrà essere richiesta da tutti i datori di lavoro inclusi quelli con un solo dipendente; dall'altro, il FIS Fondo di Integrazione Salariale che sarà incrementato con 1,3 miliardi di euro.

In base al Decreto, potranno chiedere la Cassa in deroga anche gli enti religiosi civilmente riconosciuti mentre sono esclusi i datori di lavoro domestico. A beneficio di questi ultimi, il Decreto stabilisce il rinvio dei pagamenti dei contributi previdenziali al 10 giugno 2020.

Con il Cura Italia arriva un supporto economico anche per i lavoratori autonomi e i liberi professionisti: circa 3 miliardi di euro a tutela del periodo di inattività. Per i titolari di Partita IVA attiva al 23 febbraio 2020 e per i lavoratori con rapporti di collaborazione coordinata e continuativa iscritti alla Gestione Separata, sarà riconosciuta un'indennità una tantum di 600 euro (170 milioni stanziati). La stessa indennità sarà riconosciuta ai lavoratori autonomi: commercianti, artigiani e coltivatori diretti. In base alle stime del Governo, una platea di circa 3,6 milioni di lavoratori dovrebbe essere interessata alla misura. Lo stanziamento complessivo per questo intervento sarà di 2,16 miliardi. Il Ministro Catalfo ha richiamato l'attenzione sul fatto che "si tratta di un primo intervento cui ne seguiranno altri".

Per i benefici legati alla Legge 104, stanziati circa 500 milioni di euro. Saranno estesi per due mesi i permessi ai lavoratori disabili e a quelli che assistono un familiare disabile, con il passaggio da tre giorni al mese a 15 giorni al mese per marzo e aprile 2020. "Per queste categorie di lavoratori - ha tenuto a porre in evidenza Catalfo - sarà prevista una corsia preferenziale per l'accesso allo smart working".

Rivoluzionati anche i congedi parentali, per venire incontro alle esigenze delle famiglie a seguito del mutato scenario introdotto con la chiusura delle scuole. Chi ha figli fino a 12 anni potrà chiedere un congedo entro un massimo di 15 giorni che prevede un'indennità pari al 50% della retribuzione e la contribuzione previdenziale figurativa. Per poterne usufruire, però, l'altro genitore dovrà lavorare e non essere né disoccupato né beneficiario di altra misura di sostegno al reddito. In alternativa al congedo, le famiglie potranno chiedere un bonus baby sitter di 600 euro che sale fino a 1.000 euro per medici, infermieri, personale socio sanitario, ricercatori e personale della Polizia di Stato.

Moratoria sui licenziamenti che, ha spiegato il Ministro Catalfo, sono sospesi a decorrere dal 23 febbraio scorso per 60 giorni. Fino alla scadenza del termine, il datore di lavoro non potrà recedere dal contratto per giustificato motivo oggettivo, indipendentemente dal numero dei dipendenti.

Il Decreto interviene anche sui beneficiari del Reddito di cittadinanza che, ha spiegato il Ministro, continueranno a percepire l'emolumento ma saranno esclusi, per i prossimi due mesi, dagli obblighi di condizionalità ovvero dalla disponibilità immediata al lavoro e all'attività per la comunità.

Leggi anche: “Emergenza coronavirus: tutte le misure del decreto-legge Cura Italia da 25 miliardi nel dettaglio

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