In vista della preparazione della proposta europea sul Recovery Fund, il 30 aprile scorso, le principali associazioni europee del settore delle costruzioni hanno inviato alla Commissione europea una prima quantificazione dell’impatto della crisi del Coronavirus e del fabbisogno per evitare un collasso del settore dell’economia europea in generale. Principali destinatari del dossier il Commissario al mercato interno Thierry Breton, con il quale una ristretta delegazione di imprenditori del settore, al quale partecipa il vicepresidente Fiec e Ance Piero Petrucco, e il Commissario agli affari economici, Paolo Gentiloni.
In questo periodo di crisi, causato dalla diffusione dell’epidemia da Covid-19, l’economia sta subendo ingenti conseguenze negative e l'ecosistema delle costruzioni sta vivendo un declino della domanda privata e pubblica. L'impatto della crisi sarà enorme, se si considera che l'ecosistema delle costruzioni vale il 20% del PIL dell'UE e dà lavoro a oltre 16 milioni di europei.
Si stima una perdita media nell'attività delle costruzioni tra il 20% e il 25% sia per il 2020 che per il 2021 rispetto al 2019. Questa cifra varia naturalmente da paese a paese. Si tratta di un importo complessivo annuo di circa 320 miliardi di euro, che non tiene conto dei costi aggiuntivi legati all'implementazione dei requisiti igienico-sanitari e organizzativi nei cantieri, della perdita di produttività dovuta alla nuova organizzazione dei cantieri. Sono a rischio quasi 3 milioni di posti di lavoro, quanto il totale dei lavoratori del settore di Francia e Italia.
Le principali associazioni europee del settore delle costruzioni hanno accolto con favore la decisione dei capi di governo dell’UE di chiedere alla Commissione Europea una proposta sul Recovery Fund che avrà un ruolo fondamentale per il rilancio dell'economia dell'UE e del settore delle costruzioni in particolare.
Infatti, gli investimenti nel settore delle costruzioni sono urgentemente necessari non solo per compensare l'impatto di COVID-19, ma anche per migliorare la vita dei cittadini europei attraverso:
- la creazione di posti di lavoro a valore aggiunto e la contribuzione alla ripresa delle economie locali;
- la realizzazione della strategia di crescita del Green Deal Europeo e la trasformazione dell'UE in un continente neutro dal punto di vista delle emissioni di anidride carbonica;
- la ristrutturazione del patrimonio edilizio dell'UE, garantendo una migliore qualità della vita per i cittadini;
- il miglioramento della competitività, della mobilità in Europa e la sicurezza dei cittadini dell'UE attraverso la manutenzione delle infrastrutture esistenti e la costruzione di nuove infrastrutture.
Per queste ragioni, il Recovery Fund (oltre al consueto livello di spesa pubblica) dovrebbe includere le costruzioni come uno dei principali ecosistemi industriali con un importo di almeno 320 miliardi di euro di budget dedicato, da destinare agli investimenti sopra menzionati.
Tale importo è necessario non solo a compensare le perdite nella spesa privata e pubblica per contribuire a riportarla ai livelli pre-crisi, ma anche ad innescare l'effetto moltiplicatore che le costruzioni avranno sull'intera economia.
Le costruzioni sono la soluzione: affrontare le sfide del settore significa affrontare le esigenze dei cittadini europei in questi tempi difficili e le sfide globali verso la decarbonizzazione delle nostre economie nei prossimi anni.