Nel 2016 si è fortemente ridotto il flusso di nuovi crediti deteriorati, che è tornato vicino ai livelli pre-crisi. Nel dettaglio delle singole componenti dei crediti deteriorati, è risultato particolarmente marcatoi Il calo dei crediti che le banche devono classificare come finanziamenti scaduti o inadempienze probabili, in un quadro in cui anche le nuove sofferenze nel complesso sono in riduzione. I dati relativi alle società non finanziarie evidenziano andamenti diversificati per dimensione di impresa, settore e area geografica: è proseguito il miglioramento per le imprese con più di 10 addetti, per le imprese industriali e per quelle che operano nel Nord, mentre l’incidenza delle sofferenze è tornata ad aumentare per le microimprese, per le società che operano nell’edilizia e nel terziario, per quelle che hanno sede nel Centro-Sud.
In base alle previsioni, nel biennio 2017-18 il rischio delle imprese è però atteso in calo in tutta l’economia - a tutti i livelli territoriali, di settore e dimensionali d’impresa - con un restringimento dei divari attuali. I benefici già osservati nelle statistiche relative ai finanziamenti scaduti e alle inadempienze probabili si estenderanno anche alle sofferenze, che reagiscono con maggiore ritardo a miglioramenti della congiuntura. È questo, in estrema sintesi, il quadro che emerge dal nuovo Outlook Abi-Cerved sulle sofferenze delle imprese, che elabora stime e previsioni dei tassi di ingresso in sofferenza per 64 cluster di società non finanziarie, distinguendo in base al territorio, al settore e alla fascia dimensionale delle imprese.
DIMINUITO L’IMPORTO MEDIO DEI CREDITI ENTRATI IN SOFFERENZA. I dati della Banca d’Italia indicano che il tasso di ingresso in sofferenza si è ridotto in termini di importi, passando dal 4,2% di fine 2015 al 3,7% di fine 2016 sebbene sia rimasto ai livelli dell’anno precedente in termini di numero di prestiti (3,8%). È quindi diminuito l’importo medio dei crediti entrati in sofferenza. Per le imprese, questo ha significato un miglioramento dei tassi di ingresso in sofferenza per le PMI e per le grandi società, ma un peggioramento per le aziende più piccole, che hanno fatto registrare un picco negativo nel 2016, al 4,1%. Nel corso dell’anno, sono aumentati i divari settoriali e territoriali: i tassi di ingresso in sofferenza si sono mantenuti sui livelli dell’anno precedente nel Nord-Ovest (3,2%), è proseguito il miglioramento nel Nord-Est - l’area più sicura della Penisola -; sono aumentati nel Sud (al 5,4%) e al Centro - raggiungendo un nuovo massimo (4,7%) - si sono ridotti nell’industria nel suo complesso (3%), ma hanno toccato un picco nelle costruzioni (6,1%) e nei servizi (3,6%).
RIDUZIONE DEL TASSO DI INGRESSO IN SOFFERENZA PER LE SOCIETÀ NON FINANZIARIE DAL 3,8% DEL 2016 AL 3,3% DEL 2017 AL 2,7% DEL 2018. A fronte di questi andamenti recenti, i modelli Abi-Cerved – in base a uno scenario che prevede una crescita per l’economia italiana dello 0,9% e dell’1,1% nei prossimi due anni – indicano una riduzione del tasso di ingresso in sofferenza per le società non finanziarie dal 3,8% del 2016 al 3,3% del 2017 al 2,7% del 2018.
Secondo le previsioni, nel prossimo biennio i differenziali di rischio tra dimensioni, settori e aree geografiche torneranno, dunque, a ridursi, con miglioramenti più consistenti per le categorie di imprese che oggi evidenziano gli indici più critici: microimprese, società che operano nelle costruzioni e al Centro-Sud. Al termine dell’esercizio di previsione le PMI e le grandi imprese industriali faranno registrare miglioramenti che le riporteranno al di sotto dei livelli pre-crisi.