In Aula della Camera dei Deputati è stata presentata una Interrogazione a risposta orale (3-00708, primo firmatario On. Maurizio Lupi del Gruppo Misto) sulla crisi delle grandi imprese italiane del settore delle infrastrutture.
Nelle premesse dell’Atto viene evidenziato, in particolare, che:
- “molte delle grandi imprese italiane del settore delle infrastrutture sono in grossa crisi come si legge sulla stampa nazionale”;
- “Astaldi ha 11.500 dipendenti ed è stata ammessa quattro mesi fa al concordato dal tribunale; Condotte, già proveniente dalla galassia Italstat, con 3 mila dipendenti è in amministrazione straordinaria dall'agosto 2018; Trevi ha quasi 5.800 addetti, con il debito in fase di ristrutturazione: la Cassa depositi e prestiti già ne possiede il 17 per cento; Salini - Impregilo, la più grossa di tutte, non naviga in acque esattamente tranquille come ha certificato l'agenzia Standard & Poor's declassandone il rating al livello BB- con outlook negativo”;
- “sempre sulla stampa nazionale si apprende che si vuole «coinvolgere Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) per cercare una soluzione di sistema alla crisi del settore delle costruzioni. La misura del coinvolgimento dipenderà dai risultati di questo primo esame di valutazione sullo stato di salute del comparto e, più in particolare, del gruppo Astaldi»;
- “l'impressione, però, è che Cassa depositi e prestiti potrebbe presto dover affrontare e tentare di risolvere un progetto – sicuramente gradito alle banche – che potrebbe ruotare attorno a un perno chiave: l'ingresso della Cassa nel capitale di Salini Impregilo con l'intento di creare un'entità sufficientemente forte per affrontare prima la messa in sicurezza di Astaldi e poi quella degli altri grandi operatori in difficoltà (si veda Il Sole 24 Ore del 18 gennaio 2019)”;
- “una simile operazione rischia di incrinare la trasparenza nelle procedure di assegnazione dei lavori, penalizzando essenzialmente proprio le imprese sane dell'intero comparto”;
- “ci si chiede se una simile operazione debba ruotare intorno ad una unica impresa anche se la più forte in termini di portafoglio ordini e di capitale sociale”;
- “sarebbe auspicabile un «Progetto Italia» che veda partecipare tutte le più grandi aziende del settore e quindi anche quelle sane.
Nel dispositivo viene, quindi, chiesto al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'Economia e delle finanze, al Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dello Sviluppo economico “quali elementi intenda fornire il Governo in relazione a quanto esposto in premessa, se condivida le considerazioni sopra riportate e quali siano i suoi intendimenti al riguardo”.